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Alleanza europea per gli e-payments

28.07.2021

Alleanza europea per gli e-payments

28.07.2021

Alleanza europea per gli e-payments

L’European Payments Initiative coinvolge le maggiori banche del continente e punta a creare, nel giro di due anni, un’alternativa all’attuale oligopolio di colossi americani e realtà cinesi in grande crescita

 

L’emergenza Covid ha dato un’ulteriore spinta agli e-payments, che già mostravano un tasso di crescita impetuoso prima dell’esplosione della pandemia. Per restare solo in Italia, Paese non certo al top per penetrazione dei sistemi di pagamento digitali, nel 2020 si sono registrate 5,2 miliardi di transazioni, che rappresentano un terzo del valore totale dei consumi (dati dell’Osservatorio sugli Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano). La tendenza è globale, e mette in luce come i servizi di pagamento digitale siano quasi completamente in mano a colossi americani: Mastercard e Visa (ora gestiscono 4 transazioni su 5), ma anche Paypal fino ad arrivare ai sempre più utilizzati servizi forniti da Google e Apple. E l’Europa? Finora il Vecchio Continente è rimasto ai margini di questa cruciale partita. Ma presto lo scenario potrebbe cambiare, con la nascita di un nuovo circuito europeo di pagamenti. Il tentativo era già stato fatto dieci anni fa con il progetto Monnet, naufragato però dopo pochi mesi. Stavolta la sfida si chiama European Payments Initiative e coinvolge 31 banche (tra cui colossi come Deutsche Bank, Bnp Paribas, Ing, Unicredit e Santander) e due elaboratori di servizi finanziari del blocco comunitario. L’obiettivo è quello di dare vita a un campione europeo dei pagamenti in grado di garantire servizi come e-commerce, acquisti in negozio e ritiro di contanti ai bancomat ma anche di sperimentare nuove modalità in grado di rendere sempre più semplici le transazioni, attraendo così i clienti. La roadmap è già stata tracciata: sviluppare i primi servizi già nel 2022 per poi arrivare alla migrazione delle carte verso il nuovo sistema nel corso del 2023.

La strada pare delineata, ma resta da vedere se l’ambizioso progetto riuscirà a tradursi in realtà. Questa volta, a differenza di quanto accadde con Monnet nel 2011, è arrivato un convinto sostegno a livello politico da parte della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea. Istituzioni che, anche in virtù della guerra commerciale scatenata dagli Usa sotto l’amministrazione Trump, sembrano essersi persuase dell’importanza di compiere un ulteriore passo verso una maggiore sovranità economica. Anche perché l’impetuosa avanzata della Cina nel campo dei pagamenti elettronici rischia di tagliare fuori del tutto il Vecchio Continente da una partita cruciale per il futuro. Il rischio, indicato chiaramente da Joachim Schmalzl, presidente della European Payment Iniziative, è che l’attuale oligopolio degli e-payments possa sempre più “danneggiare consumatori e commercianti, indicando tariffe relativamente elevate”.

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La strada tracciata degli e-payments

28.06.2021

La strada tracciata degli e-payments

27.05.2021

La strada tracciata degli e-payments

Dopo il boom del 2020 spinto dalla pandemia e dagli incentivi, il trend della rivoluzione digitale in tema di pagamenti continuerà e si espanderà nel 2021

I dati sono talmente chiari e le opinioni talmente diffuse che si può sostenere che in Italia la “rivoluzione digitale” sia esplosa nel settore dei pagamenti. Secondo l’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, 1 euro su 3 viene trasferito tramite sistemi digitali, per un valore totale di 268 miliardi transati nel solo 2020, ovvero il 33% dei consumi (+4% rispetto al 2019).

Il termine “rivoluzione” non è peraltro iperbolico considerando che l’Italia è tra gli ultimi Paesi d’Europa in materia di e-payments (al 24esimo posto su 27 per transazioni pro-capite con carte elettroniche). Gli analisti concordano anche nel dire che la pandemia da coronavirus abbia influenzato positivamente il fenomeno, con un vero e proprio boom dell’e-commerce (leggi il nostro articolo a riguardo) e dei servizi di pagamento delle utenze domestiche (bollette, bollettini, telefonia), aumentati del 15% in un anno (1,3 miliardi di euro in valore). Gli acquisti contactless hanno raggiunto quote del +29% (81,5 miliardi) e tra mobile payment e wearable payment la crescita monstre è stata dell’80%.

Un trend che si manterrà anche quest’anno e che dovrebbe aumentare, secondo alcuni esperti. Una leva decisiva verso l’alto potrebbe averla il ridimensionamento del Piano Cashless introdotto dal governo Conte bis ma anche alcune iniziative già promosse, come quella dell’innalzamento del limite dei pagamenti contactless senza necessità di Pin (a 50 euro da gennaio 2021) e l’integrazione definitiva dei servizi di pagamenti da smartphone. Proprio quest’ultimo argomento è stato affrontato dal white paper “Eba-McKinsey “The Future of european payments: strategic choices for banks”, secondo cui “è probabile che i primi anni dopo il 2020 diventino un punto di svolta per i pagamenti”. In particolare, la pandemia ha rafforzato l’impegno delle banche “a investire in aree come la digitalizzazione dei percorsi dei clienti, l’introduzione del machine learning e il miglioramento della resilienza tecnologica e operativa”. Alla luce dell’indagine che ha coinvolto decine di dirigenti del settore finanziario (concordi sull’importanza del fare squadra con i partner dell’ecosistema), per Wolfgang Ehrmann, presidente dell’Eba, “le banche devono affrontare molteplici scelte strategiche e hanno una serie di opportunità di collaborare con i partner per attività e applicazioni selezionate”. I consumatori più attenti al digitale, inoltre, aspettano di comprendere l’effettiva portata delle regole sull’autenticazione forte (SCA) per i pagamenti online.

Fonti:
Osservatorio Innovative Payments – Politecnico di Milano (2021)
Agenda Digitale 
The Future of european payments: strategic choices for banks” Eba-McKinsey

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