Categorie
News PA locale

POS PA: Come unire compliance e nuove tecnologie

24.11.2023

POS PA: Come unire compliance e nuove tecnologie

24.11.2023

POS PA: Come unire compliance e nuove tecnologie

Milioni di italiani sono alle prese ogni giorno con tasse, bolli, tributi. Da sempre il pagamento rappresenta una pietra angolare della relazione del contribuente con la Pubblica Amministrazione, sia essa centrale o locale. Stesso discorso per altri soggetti, come scuole, atenei, asl: il momento di pagare arriva e anche in questo ambito l’aspettativa è di procedere con facilità e raggiungere l’obiettivo.

Se fino a qualche anno fa bollettini postali e contanti hanno rappresentato i mezzi più comuni per pagare servizi, tributi, multe, ecc, la grande svolta si è concretizzata con la penetrazione del pagamento digitale anche nell’ambito della Pubblica Amministrazione.

Come noto, oggi i cittadini hanno a disposizione più modalità/canali per adempiere ai propri obblighi di pagamento verso la Pubblica Amministrazione, le società a controllo pubblico o altri soggetti aderenti alla piattaforma nazionale pagoPa.

L’importanza del Pos tra le opzioni possibili

Pagare online e sul territorio è diventato più semplice, grazie a una diversificata serie di opzioni che spaziano dalla possibilità di utilizzare il proprio servizio di home banking al pagamento sul sito dell’ente creditore, senza tralasciare le comodissime operazioni con l’app IO.

Uno dei maggiori vantaggi di PagoPa è quello di consentire come e dove effettuare i pagamenti, meglio ancora se da remoto e in modalità totalmente digitale. Tuttavia, non mancano le occasioni in cui si paga dal vivo, presso gli esercizi convenzionati che presentano il logo PagoPa o presso gli stessi enti allo sportello: in questi casi il cittadino ha comunque la possibilità di effettuare il pagamento in modalità cashless, con carte di pagamento o con tecnologia Nfc.

Niente di strano, quindi, se presso lo sportello dell’ufficio anagrafe o di un ambulatorio Asl all’utente viene porto un Pos per completare un versamento a fronte di un servizio erogato. Proprio come succede a soggetti di altri ambiti, attraverso il Pos gli enti consentono ai cittadini di utilizzare uno strumento che già conoscono, migliorando -lato loro- i tempi di attesa e i processi di incasso. Sebbene l’esperienza di pagamento, per il cittadino, sembrerà sostanzialmente simile a quella che avviene in ambito retail, è chiaro che alcune dinamiche sono correlate alla specificità dell’intero Sistema pagoPa.

Un Pos per esigenze precise

Per gestire applicativamente il dialogo tecnico con la piattaforma pagoPa, gli enti creditori si avvalgono infatti di uno o più soggetti terzi, siano essi partner tecnologici qualificati, partner tecnologici o intermediari tecnologici. Questa relazione rende infatti possibile l’abilitazione di quelle che sono funzionalità di piattaforma, di supporto e assistenza o accessorie, compresa la possibilità, per l’ente creditore, di incassare tramite Pos.

Diversi player, in qualità di partner tecnologici, hanno contribuito all’evoluzione digitale della Pa: nel caso specifico dei pagamenti hanno messo a disposizione soluzioni Pos che, integrate con pagoPa, implementano specifiche e funzionalità proprie di questo peculiare contesto (sia in termini di compliance che di user experience).

Come in ambito retail, gli enti possono scegliere tra le soluzioni Pos a disposizione, privilegiando facilità d’uso; flessibilità operativa in condizioni diverse (es: abilitazione ai pagamenti mobili); experience fluida in fase di setup (tanto più laddove non sia richiesta l’installazione di un software, ndr); funzionalità evolute come la conservazione digitale dei dati di pagamento; l’indirizzamento degli incassi su conti correnti diversi; il rilevamento del codice di riferimento Iuv (identificativo univoco di versamento, ndr) direttamente dalla richiesta di pagamento; la notifica in tempo reale dell’avvenuto pagamento, ecc.

Forti di un know how maturato già al servizio di altri settori, molti provider hanno contribuito con il proprio apporto a questo peculiare aspetto della digitalizzazione del processo di pagamento in ambito Pa. Centrale resta il ruolo degli enti, che creano preventivamente la posizione debitoria che viene comunicata al Pos con i suoi dati fondamentali, e quello dei Psp, i Prestatori di servizi di pagamento, che rendono possibile la procedura di attivazione del pagamento stesso.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
News PA locale

Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA

18.10.2023

Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA

18.10.2023

Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA

Da diversi anni la pubblica amministrazione è al centro di un poderoso cambiamento lungo diverse traiettorie.

Tra le principali figurano la migrazione di dati e applicativi verso l’ambiente cloud; l’evoluzione architetturale per favorire l’interoperabilità e lo scambio di dati tra enti; la crescita di una maggiore resilienza contro le minacce cibernetiche; il miglioramento dei servizi digitali in termini di esperienza, accessibilità, velocità, a tutto vantaggio di cittadini e imprese ma anche degli stessi professionisti della Pa.

Come in altri ambiti, questo processo di cambiamento che verte sulla digitalizzazione di processi e servizi ha reso più semplice la vita di numerosi soggetti, che un tempo si scontravano con qualche bizantinismo di troppo tipico del mondo Pa ma anche con la perdita di tempo generata dal bisogno di compiere diverse operazioni in presenza, compresa quella di firmare documenti.

L’introduzione della firma digitale

Il processo che ha portato all’introduzione nel nostro paese di firme alternative a quella tradizionale autografa si è composto di più capitoli, non sempre lineari: vale la pena ricordare il Dpr 513/1997, con il Capo II specificatamente dedicato alla firma digitale (il regolamento recava “criteri e modalità per la formazione, l’archiviazione e la trasmissioni di documenti con strumenti informatici e telematici”) ma anche il recepimento della direttiva Ue 1999/93 che puntava ad agevolare l’uso delle firme elettroniche e a contribuire al loro riconoscimento giuridico sottolineandone la necessità nell’ambito delle comunicazioni e del commercio elettronico.

La direttiva all’epoca parlava di firma elettronica (Fes, firma elettronica semplice, ndr) e firma elettronica avanzata (Fea): per quest’ultima stabiliva una serie di requisiti, come la connessione in maniera unica al firmatario, la creazione con mezzi su cui il firmatario conservava il controllo esclusivo, ecc. Ma a questo quadro di possibilità, ancora oggi valido, va aggiunta la Firma elettronica qualificata: come ricorda l’Agid (Agenzia per l’Italia digitale, ndr), “la firma elettronica qualificata- o digitale- è il risultato di una procedura informatica, detta validazione, che garantisce l’autenticità, l’integrità e il non ripudio dei documenti informatici”.

Grazie alla firma digitale, sinonimo, come detto, di firma elettronica qualificata, contratti, bandi di gara, ordini di acquisto e numerosi altri adempimenti che intercorrono tra persone fisiche e pubblica amministrazione sono diventati più semplici da gestire, senza perdere nulla in termini di validità legale. In ballo, quando si parla di firma digitale, ci sono vantaggi nodali, che pari sono per la Pa e per chi si confronta con lei: l’efficienza del workflow documentario, la produttività, la velocità di flussi di diverso tipo (pagamenti, transazioni, ecc)

Firma digitale locale o remota

Per dotarsi di una firma digitale, le persone fisiche, siano esse “cittadini, amministratori e dipendenti di società e pubbliche amministrazioni” devono rivolgersi a prestatori di servizi fiduciari qualificati, siano essi soggetti pubblici o privati che, riconosciuti tali da Agid, garantiscono l’identità dei soggetti che utilizzano la firma digitale.

La possibilità di utilizzare una firma digitale ha certamente prodotto uno snellimento di numerosi processi e ha allineato, anche dal punto di vista dell’experience tecnologica, quella che è da sempre una procedura burocratica a un atto più smart e contemporaneo.

La firma digitale può essere utilizzata da remoto ma anche in modalità locale. Nel primo caso, non sono necessari dispositivi fisici. Basta semplicemente connettersi alla rete da un dispositivo personale, utilizzare il software o l’app del prestatore del servizio scelto previa autentificazione che avviene via Otp (one time password): la firma viene generata su un Hsm (hardware security module) che è sotto la responsabilità del certificatore accreditato.

Ma la firma digitale si può utilizzare anche in modalità locale: è utile tenere conto di questo aspetto, perché in questo caso la scelta di un prodotto di firma digitale equivale alla scelta di un tool che appartiene fisicamente al titolare (es: una smart card o un token per la firma digitale).
La firma digitale ha cambiato volto ai processi documentali ma anche a quelli autorizzativi, particolarmente importanti per i professionisti della PA: era così fin dalle origini, ma lo smartworking in pandemia ha confermato che è fondamentale poter esercitare, anche lontano dall’ufficio, le stesse funzioni e prerogative senza dover presidiare la scrivania.

Gli enti pubblici che si servono quindi della firma digitale al fine di assicurare integrità, autenticità e non ripudio del documento informatico possono scegliere il provider che offre le soluzioni più giuste per le esigenze legate ai processi autorizzativi ma anche per tutti quegli aspetti più di background che possono tornare utili in particolare a responsabili e dirigenti, come l’utilizzo di piattaforme dedicate per verificare la presenza di documenti in attesa di approvazione.

Argentea - Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA
#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Best Case News PA locale

GPI e Argentea al lavoro per digitalizzare la pubblica amministrazione

30.11.2022

GPI e Argentea al lavoro per digitalizzare la pubblica amministrazione

30.11.2022

GPI e Argentea al lavoro per digitalizzare la pubblica amministrazione

La soluzione A4PAPos facilita il pagamento rapido e sicuro dei ticket sanitari

Al lavoro per digitalizzare la pubblica amministrazione. GPI e Argentea hanno realizzato la completa integrazione tra il Gestionale CUP di GPI, i terminali POS di Argentea e il prestatore di servizi di pagamento pagoPA PayTipper. L’obiettivo è permettere il pagamento rapido e sicuro dei ticket sanitari da parte dei pazienti.

Partiamo dall’inizio. L’adozione della piattaforma pagoPA nella gestione dei ticket sanitari si inserisce nel processo di innovazione tecnologica e digitale del nostro Paese del PNRR. L’obiettivo è offrire ai cittadini una piattaforma che possa garantire l’interoperabilità tra i diversi servizi della Pubblica Amministrazione e che renda il momento del pagamento rapido e sicuro.

La soluzione realizzata è A4PAPos. Come funziona? Nel momento in cui il cittadino effettua una prestazione sanitaria e si reca al CUP per il pagamento, il software Gestionale del CUP si interfaccia con pagoPA e ne richiede il codice IUV. Una volta ricevuto il codice IUV, il software comunica l’importo al Terminale POS e il cittadino effettua il pagamento attraverso la propria carta di debito o credito. La transazione di pagamento è gestita direttamente da PayTipper in qualità di PSP aderente a pagoPA che, tramite varie interazioni con la stessa piattaforma, trasmette istantaneamente l’esito del pagamento al beneficiario e successivamente ne regola i flussi finanziari verso il beneficiario.

La soluzione presenta numerosi vantaggi, per prima cosa è indipendente rispetto alla banca tesoriera. Ciò garantisce la continuità del servizio in caso di variazione della tesoreria ed una totale trasparenza dei costi di gestione. Non solo: con la notifica in tempo reale dell’avvenuto pagamento, secondo gli standard pagoPA, la soluzione assicura il perfezionamento dell’operazione, tempi certi di accredito ed una rendicontazione più semplice e veloce. Inoltre, pagare una prestazione sanitaria con Pos pagoPA consente di tenere traccia dei pagamenti anche con l’app IO, grazie alla quale è possibile consultare in tempo reale e conservare la lista dei pagamenti dei ticket sanitari direttamente sul proprio cellulare.

Leggi l’articolo completo 

Argentea A4PAPos PagoPa
#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News PA locale Retail

La prioritaria sicurezza dei dati e della privacy

28.03.2022

La prioritaria sicurezza dei dati e della privacy

28.03.2022

La prioritaria sicurezza dei dati e della privacy

Argentea è certificata secondo le norme ISO 9001 e ISO 27001 e nel 2021 ha  conseguito l’estensione 27017/18 della certificazione 27001

I dati e le informazioni rivestono un’importanza fondamentale in Argentea. Per questo, dopo le certificazioni ISO 9001 e ISO 27001, abbiamo implementato e certificato un Sistema di Gestione per la Sicurezza delle informazioni secondo la norma UNI CEI ISO/IEC 27001:2013. La famiglia di norme SGSI (Sistemi di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni), o serie ISO/IEC 27000, definisce uno standard che permette ad aziende e organizzazioni di gestire la sicurezza di tutte le informazioni che le vengono affidate da terzi.

Argentea ha conseguito nel 2021 l’estensione ISO/IEC 27017:2015 e ISO/IEC 27018:2019 della certificazione 27001.

  • La norma ISO/IEC 27017:2015 è il riferimento per i servizi Cloud e prevede l’adozione degli standard ISO/IEC 27001 in un contesto Cloud computing per i servizi Saas (Software as a service).
  • Nell’ambito di Cloud computing la protezione dei dati personali (privacy) è un aspetto cruciale: su questo interviene la certificazione ISO/IEC 27018:2019, che definisce i requisiti normativi relativi alla protezione delle informazioni personali identificabili (PII) che possono essere applicati in un contesto di valutazione dei rischi. La norma indica inoltre gli orientamenti per la sicurezza delle informazioni di un provider di servizi Cloud.

Oltre alle certificazioni, Argentea è qualificata sul Marketplace di Agid con i due prodotti A4PASiope+ e A4PACons. A4PASiope+ mette a disposizione un sistema Saas per rilevare gli incassi e i pagamenti delle tesorerie della PA, mentre A4PACons è il servizio di conservazione digitale dei documenti. Oltre che su Agid, Argentea è qualificata sul Marketplace dei Conservatori.

certificazioni Argentea privacy dati
#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
News PA locale Retail

Quanto pesa la crisi dei chip

27.10.2021

Quanto pesa la crisi dei chip

27.10.2021

Quanto pesa la crisi dei chip​

Dai lockdown del 2020 alla ripresa fino alla sospensione delle produzioni industriali per la carenza di semiconduttori: come si è arrivati fin qui.

Da qualche mese gli effetti indiretti della pandemia Covid hanno riempito pagine di giornali e notiziari tv. D’altronde ciò che prima era una previsione ora si sta trasformando in drammatica attualità.E ai più sfugge il senso della “crisi dell’energia” e dalla “crisi dei chip”. Proprio perchè non è facile comprendere come si sia scatenata tale tempesta nel mondo industriale (che poi si ripercuote nelle famiglie e nel singolo).

Ebbene, le conseguenze dirette della pandemia sono quelle tristemente famose: infezioni, contagi, ricoveri, decessi, ospedali sotto pressione, restrizioni. Le conseguenze indirette riguardano il tessuto sociale e produttivo che accusa maggiormente i vituperati “lockdown”. Ma anche la sospensione del lavoro nelle fabbriche e l’approvvigionamento di materie prime.

Tra gli effetti più pesanti, al di là dell’impennata dei prezzi dell’energia (che non è affatto secondaria, dato che spinge le aziende a razionare e addirittura a sospendere la produzione, in una sorta di domino), c’è quella della carenza dei microchip. Un’offerta che si è via-via ridotta, riflettendo le difficoltà e le richieste pre e post lockdown. Dopo aver affrontato l’emergenza acuta della Covid, le industrie hanno dovuto far fronte a una
domanda di chip che è cresciuta soprattutto nel settore delle Tlc (telefonia mobile e reti): i colossi del settore hanno così assorbito gran parte della quota di semiconduttori presenti sul
mercato.

Durante le chiusure generalizzate le aziende hanno tentato di fare scorta (ricorrendo ai magazzini dei fornitori) ma alle riaperture c’era una richiesta talmente elevata di semiconduttori che persino colossi come la Tsmc taiwanese non hanno potuto garantire le commesse. Ciò ha prodotto uno sbilanciamento: i chip sono essenziali per la grande industria dell’automotive, che nel mondo impiega milioni di addetti. Tanto per avere un’idea, i microdevice pesano per il 30% del costo di un veicolo del segmento premium. Ma i chip si usano davvero per tutto: anche uno spazzolino elettrico
li monta. E nonostante siano stati i maggiori beneficiari di scorte e nuove forniture, anche i colossi dell’hi-tech ora ne lamentano la carenza. Tanto che si parla già di “Natale sottotono”.

La pandemia ha insomma ritardato la domanda con i produttori (che inizialmente si sono troppo “rilassati”) e ha rallentato di fatto investimenti e domanda (per effetto della comprensiva prudenza del 2020).

Poi, nel momento della ripresa, ci si è trovati senza una capacità produttiva sufficiente. Secondo i beninformati, la soluzione più ovvia sarebbe quella di costruire nuove fabbriche di semiconduttori (che richiedono ingenti investimenti e tecnologie di altissimo livello).


La stima (peraltro ottimistica) è che comunque serviranno almeno 2-3 anni prima che si
comincino ad aumentare le scorte di chip.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti