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Bonus celiachia: una guida essenziale per gli esercenti

29.11.2023

Bonus celiachia: una guida essenziale per gli esercenti

29.11.2023

Bonus celiachia: una guida essenziale per gli esercenti

Il bonus celiachia è un beneficio economico concesso da alcune regioni italiane a chi è affetto da celiachia, con l’obiettivo di supportare i costi legati all’acquisto di prodotti senza glutine. La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce l’intestino tenue, caratterizzata da una reazione immunitaria permanente al glutine, una proteina presente in molti cereali come il frumento, l’orzo e la segale. Attualmente, l’unico trattamento efficace per la celiachia è una dieta rigorosamente priva di glutine. Ciò significa che i celiaci devono evitare tutti gli alimenti, bevande e farmaci che contengono glutine. Ecco una guida per gli esercenti che illustra le modalità con cui possono aderire al programma e fornire servizi ai beneficiari di tale bonus.

Il bonus celiachia: cos’è e come funziona

Il bonus celiachia è un contributo economico mensile che viene erogato ai pazienti celiaci, per aiutarli a coprire i costi dei prodotti alimentari speciali senza glutine, notoriamente più costosi dei corrispondenti prodotti con glutine. Questo bonus viene erogato sotto forma di voucher, che possono essere utilizzati presso gli esercizi commerciali aderenti al programma. Gli esercenti, a loro volta, possono riscuotere il valore dei voucher presso le Aziende Sanitarie Locali (ASL).

Come aderire al programma del bonus celiachia

Gli esercenti che desiderano aderire al programma del bonus celiachia devono prima registrarsi presso la propria ASL di riferimento. La registrazione comporta la compilazione di un modulo di adesione e la presentazione di alcuni documenti, tra cui la copia del documento di identità del titolare dell’esercizio e l’autorizzazione sanitaria all’esercizio dell’attività commerciale.

Dopo l’accettazione della domanda, gli esercenti ricevono una comunicazione ufficiale di adesione al programma. A questo punto, possono accettare i voucher del bonus celiachia come forma di pagamento per i prodotti senza glutine.

Come riscuotere i voucher del bonus celiachia

I voucher del bonus celiachia sono riscuotibili presso la ASL di competenza. Gli esercenti devono presentare i voucher originali, insieme a una dichiarazione che attesti l’avvenuta vendita dei prodotti senza glutine. Il pagamento avviene di norma entro 60 giorni dalla presentazione dei voucher.

È importante sottolineare che gli esercenti non possono riscuotere i voucher se non hanno in vendita prodotti senza glutine, o se i prodotti venduti non rispettano le normative vigenti in materia di cibi per celiaci.

La responsabilità degli esercenti

Gli esercenti hanno la responsabilità di garantire che i prodotti senza glutine venduti siano conformi alle normative vigenti, ovvero di rispettare le normative relative alla sicurezza alimentare e alla corretta etichettatura dei prodotti. In particolare, devono assicurarsi che i prodotti senza glutine siano separati da quelli con glutine per prevenire la contaminazione incrociata. Inoltre, devono garantire che il personale sia adeguatamente formato per gestire i prodotti senza glutine e per rispondere alle domande dei clienti sulla celiachia e sulla dieta senza glutine.

Infine, devono assicurarsi di accettare i voucher solo per l’acquisto di questi prodotti.

In caso di inadempienze, gli esercenti possono essere soggetti a sanzioni, che vanno dalla sospensione temporanea dall’elenco degli esercizi aderenti al programma, fino alla revoca definitiva dell’adesione.

Bonus celiachia, il vantaggio di disporre di un Pos abilitato

Il bonus celiachia rappresenta un’opportunità per gli esercenti, permettendo loro di ampliare la propria clientela e di contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti celiaci. Quando uno di questi fa la spesa in uno dei punti vendita convenzionati, al momento del pagamento presenta la tessera sanitaria e il codice celiachia (PIN). A questo punto, per l’esercente disporre di un terminale Pos in grado di verificare i prodotti rimborsabili e il budget personale disponibile si rivela di grande utilità. I movimenti sul valore del buono mensile sono tracciati e sicuri, le spese sempre sotto controllo grazie agli scontrini riepilogativi. Servizi come la gestione del bonus celiachia si inquadrano nell’evoluzione della digitalizzazione nei sistemi di pagamento.

Conclusione

Il bonus celiachia rappresenta una grande opportunità per gli esercenti, permettendo loro di ampliare la propria clientela e di contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti celiaci. Adottare le corrette procedure di adesione e gestione dei voucher è fondamentale per garantire il successo di questa iniziativa e per evitare eventuali sanzioni. Con l’informazione corretta e un adeguato impegno, gli esercenti possono sfruttare al meglio questa opportunità, fornendo un importante servizio alla comunità dei celiaci.

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POS PA: Come unire compliance e nuove tecnologie

24.11.2023

POS PA: Come unire compliance e nuove tecnologie

24.11.2023

POS PA: Come unire compliance e nuove tecnologie

Milioni di italiani sono alle prese ogni giorno con tasse, bolli, tributi. Da sempre il pagamento rappresenta una pietra angolare della relazione del contribuente con la Pubblica Amministrazione, sia essa centrale o locale. Stesso discorso per altri soggetti, come scuole, atenei, asl: il momento di pagare arriva e anche in questo ambito l’aspettativa è di procedere con facilità e raggiungere l’obiettivo.

Se fino a qualche anno fa bollettini postali e contanti hanno rappresentato i mezzi più comuni per pagare servizi, tributi, multe, ecc, la grande svolta si è concretizzata con la penetrazione del pagamento digitale anche nell’ambito della Pubblica Amministrazione.

Come noto, oggi i cittadini hanno a disposizione più modalità/canali per adempiere ai propri obblighi di pagamento verso la Pubblica Amministrazione, le società a controllo pubblico o altri soggetti aderenti alla piattaforma nazionale pagoPa.

L’importanza del Pos tra le opzioni possibili

Pagare online e sul territorio è diventato più semplice, grazie a una diversificata serie di opzioni che spaziano dalla possibilità di utilizzare il proprio servizio di home banking al pagamento sul sito dell’ente creditore, senza tralasciare le comodissime operazioni con l’app IO.

Uno dei maggiori vantaggi di PagoPa è quello di consentire come e dove effettuare i pagamenti, meglio ancora se da remoto e in modalità totalmente digitale. Tuttavia, non mancano le occasioni in cui si paga dal vivo, presso gli esercizi convenzionati che presentano il logo PagoPa o presso gli stessi enti allo sportello: in questi casi il cittadino ha comunque la possibilità di effettuare il pagamento in modalità cashless, con carte di pagamento o con tecnologia Nfc.

Niente di strano, quindi, se presso lo sportello dell’ufficio anagrafe o di un ambulatorio Asl all’utente viene porto un Pos per completare un versamento a fronte di un servizio erogato. Proprio come succede a soggetti di altri ambiti, attraverso il Pos gli enti consentono ai cittadini di utilizzare uno strumento che già conoscono, migliorando -lato loro- i tempi di attesa e i processi di incasso. Sebbene l’esperienza di pagamento, per il cittadino, sembrerà sostanzialmente simile a quella che avviene in ambito retail, è chiaro che alcune dinamiche sono correlate alla specificità dell’intero Sistema pagoPa.

Un Pos per esigenze precise

Per gestire applicativamente il dialogo tecnico con la piattaforma pagoPa, gli enti creditori si avvalgono infatti di uno o più soggetti terzi, siano essi partner tecnologici qualificati, partner tecnologici o intermediari tecnologici. Questa relazione rende infatti possibile l’abilitazione di quelle che sono funzionalità di piattaforma, di supporto e assistenza o accessorie, compresa la possibilità, per l’ente creditore, di incassare tramite Pos.

Diversi player, in qualità di partner tecnologici, hanno contribuito all’evoluzione digitale della Pa: nel caso specifico dei pagamenti hanno messo a disposizione soluzioni Pos che, integrate con pagoPa, implementano specifiche e funzionalità proprie di questo peculiare contesto (sia in termini di compliance che di user experience).

Come in ambito retail, gli enti possono scegliere tra le soluzioni Pos a disposizione, privilegiando facilità d’uso; flessibilità operativa in condizioni diverse (es: abilitazione ai pagamenti mobili); experience fluida in fase di setup (tanto più laddove non sia richiesta l’installazione di un software, ndr); funzionalità evolute come la conservazione digitale dei dati di pagamento; l’indirizzamento degli incassi su conti correnti diversi; il rilevamento del codice di riferimento Iuv (identificativo univoco di versamento, ndr) direttamente dalla richiesta di pagamento; la notifica in tempo reale dell’avvenuto pagamento, ecc.

Forti di un know how maturato già al servizio di altri settori, molti provider hanno contribuito con il proprio apporto a questo peculiare aspetto della digitalizzazione del processo di pagamento in ambito Pa. Centrale resta il ruolo degli enti, che creano preventivamente la posizione debitoria che viene comunicata al Pos con i suoi dati fondamentali, e quello dei Psp, i Prestatori di servizi di pagamento, che rendono possibile la procedura di attivazione del pagamento stesso.

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Commissioni POS: velocizza e unifica i pagamenti senza elevati costi fissi

04.11.2023

Commissioni POS: velocizza e unifica i pagamenti senza elevati costi fissi

04.11.2023

Commissioni POS: velocizza e unifica i pagamenti senza elevati costi fissi

Nel retail, oggi la velocità e l’efficienza dei pagamenti sono diventati fattori chiave per il successo di un’attività.

Secondo le stime di Confesercenti, tra commissioni, spese per utilizzo e installazione, i POS costano agli esercenti oltre 5 miliardi l’anno. Un risparmio si potrà avere con l’accordo siglato tra Abi e Associazione dei prestatori di servizi di pagamento e Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Fipe, che prevede la riduzione delle commissioni per i pagamenti sotto i 30 euro e un ulteriore abbassamento dei costi per le transazioni sotto i 10 euro. C’è poi il Bonus POS, grazie al quale gli esercenti possono beneficiare del credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni eseguite con la carta.
Sempre più imprenditori, quindi, si stanno rendendo conto dell’importanza di unificare e snellire i pagamenti, non solo per migliorare l’esperienza dei clienti, ma anche per ridurre le commissioni associate all’utilizzo dei terminali POS (Point of Sale). È possibile unire i due obiettivi in un’unica soluzione?

Commissioni POS, integrare diverse modalità di pagamento

Oltre alla possibilità di negoziare le commissioni del POS con il fornitore del servizio, magari valutando l’opzione di un contratto a lungo termine per ottenere tariffe più vantaggiose che tengano conto del volume di transazioni previsto, una delle prime mosse da compiere per unificare i pagamenti è integrare le diverse modalità all’interno del proprio sistema di vendita. Oltre alle tradizionali carte di credito e debito, è possibile offrire ai clienti la possibilità di pagare tramite app mobili, portafogli digitali o bonifici bancari. L’utilizzo di soluzioni di pagamento online può contribuire notevolmente a velocizzare i pagamenti e ridurre le commissioni del POS. Piattaforme come PayPal o Stripe offrono servizi di pagamento sicuri e veloci e, spesso, tariffe competitive rispetto ai tradizionali terminali POS, consentendo così di risparmiare sulle commissioni.
Il nodo da risolvere è che ognuno dei vari soggetti ha un proprio protocollo, ragione per cui il punto vendita dovrebbe avere altrettanti canali per ricevere i pagamenti, ossia tanti POS. Con l’ulteriore complicazione di dover addestrare gli addetti del negozio a gestire tutti i diversi incassi.

La soluzione: Argentea AMoneyPay

Quello di unificare e velocizzare i pagamenti sembra un problema complesso, eppure la soluzione esiste ed è quella che propone Argentea con AMoney. Una soluzione modulare per il retail che, con il modulo AMoneyPay permette ai clienti di un esercizio commerciale di usare la modalità di pagamento preferita e all’esercente di inoltrare l’incasso alla banca più conveniente. L’attività in cassa viene semplificata, liberando la scelta dell’istituto bancario dai vincoli dell’infrastruttura hardware (il POS fisico). AMoneyPay permette infatti di attivare più profili bancari a cui instradare i pagamenti in base all’importo, la fascia oraria o il giorno della settimana. Inoltre, integra tutti i sistemi di pagamento elettronico: buoni pasto, alternative payment, abbracciando un ventaglio di PSP come Satispay, Wechat e altri.

E se il cliente paga con i buoni pasto?

I buoni pasto elettronici rappresentano un duplice vantaggio, per le aziende e per i dipendenti che li utilizzano, ma non devono costituire un onere aggiuntivo per l’esercente. Il modulo AMoneyBPE di Argentea coniuga perfettamente le due esigenze, rendendo la gestione dei buoni pasto semplice, veloce e sicura. Come funziona? La soluzione consente di leggere la card del buono pasto elettronico direttamente con il dispositivo POS; il collegamento della transazione di cassa con il sistema di pagamento avviene in modo automatico, senza la necessità di inserire gli importi manualmente, quindi evitando possibili errori. Inoltre, i buoni pasto elettronici possono essere letti da tutte le casse del punto vendita o ristorazione, quindi anche ai tavoli o in mobilità all’interno del locale. È assicurata la compatibilità con i più diffusi software dei registratori di cassa.

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Cosa ti serve per accettare tutti i pagamenti possibili

20.10.2023

Cosa ti serve per accettare tutti i pagamenti possibili

20.10.2023

Cosa ti serve per accettare tutti i pagamenti possibili

In un mondo sempre più digitalizzato, i consumatori si aspettano un’esperienza di acquisto fluida e senza intoppi.

Un’esperienza che includa la possibilità di utilizzare il loro metodo di pagamento preferito. Per i retailer, accettare tutte le forme di pagamento disponibili rappresenta quindi un vantaggio competitivo significativo. Vediamo quindi cosa serve a un retailer per accettare tutte le forme di pagamento possibili.


Pagamenti digitali: POS e account commerciante

Il retailer deve innanzitutto munirsi di un sistema di pagamento elettronico, fondamentale per accettare carte di credito e di debito. Questo comprende un terminale POS (Point of Sale) che legge le informazioni della carta e trasmette i dati al fornitore del servizio di pagamento per l’approvazione. Alcuni sistemi POS avanzati possono anche accettare pagamenti contactless e mobile.

Il retailer che vuole essere in grado di offrire tutti i tipi di pagamento digitale deve dotarsi di un account commerciante, un tipo di conto bancario che consente alle aziende di accettare pagamenti con carta di credito o di debito. Questo account funge da intermediario tra il conto bancario dell’azienda e il sistema di pagamento elettronico, consentendo il trasferimento sicuro dei fondi.

Portafogli digitali, soluzioni di pagamento mobile e tramite QR Code

È necessaria, inoltre, l’integrazione con i portafogli digitali, come PayPal, diventati sempre più popolari tra i consumatori per la loro comodità e sicurezza. Per accettare pagamenti tramite portafogli digitali (o digital wallet), i retailer devono integrare il loro sistema di pagamento con la piattaforma del portafoglio digitale.

Con l’enorme diffusione dell’uso degli smartphone, poi, sempre più consumatori preferiscono utilizzare soluzioni di pagamento mobile. Queste includono app, come Apple Pay e Google Pay. L’accettazione di queste forme di pagamento richiede perciò l’integrazione con queste piattaforme. Oltre al pagamento mobile è bene premunirsi per i pagamenti tramite dispositivi indossabili: smart watch, braccialetti fitness e altri. Tutti questi device utilizzano la tecnologia NFC o RFID (Radio Frequency Identification) per comunicare con i terminali di pagamento.
Anche i pagamenti tramite QR Code stanno acquisendo una crescente popolarità. Per accettare questi pagamenti, i retailer devono avere un sistema che può generare e leggere i codici QR.

Adesione ai regolamenti sulla sicurezza dei pagamenti e criptovalute

Condizione essenziale per i retailer per poter offrire tutti i tipi di pagamenti digitali è aderire ai regolamenti sulla sicurezza dei pagamenti, come lo standard PCI DSS (Payment Card Industry Data Security Standard). Ciò aiuta a proteggere le informazioni sensibili dei clienti e a rafforzare la fiducia del consumatore.

Il retailer che vuole coprire tutte le possibili forme di pagamento può prendere in considerazione anche le criptovalute, come i Bitcoin. Anche se non sono ancora largamente adottate, queste stanno lentamente guadagnando terreno come forma di pagamento. Accettare criptovalute può richiedere l’integrazione con un processore di pagamento di criptovalute, come BitPay o CoinGate.

Le soluzioni all in one semplificano la vita al retailer

Accettare tutte le forme di pagamento disponibili può richiedere un investimento in termini di tempo, risorse e tecnologia. Tuttavia, la capacità di offrire ai clienti una vasta gamma di opzioni di pagamento può portare a un aumento delle vendite, a una maggiore soddisfazione del cliente e a un vantaggio competitivo nel mercato al dettaglio sempre più affollato.

Per facilitare il lavoro e al contempo ridurre la possibilità di errori e di rifiuti da parte dei fornitori di servizi di pagamento, i retailer possono adottare soluzioni software appositamente studiate che eliminano la necessità di utilizzare un POS per ogni servizio di pagamento e di inoltrare, in modo automatico, l’incasso alla banca che offre la maggiore convenienza. In questo modo, il punto cassa diventa un vero strumento di supporto alla gestione del business, in cui l’innovazione tecnologica è un elemento chiave della trasformazione.

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Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA

18.10.2023

Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA

18.10.2023

Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA

Da diversi anni la pubblica amministrazione è al centro di un poderoso cambiamento lungo diverse traiettorie.

Tra le principali figurano la migrazione di dati e applicativi verso l’ambiente cloud; l’evoluzione architetturale per favorire l’interoperabilità e lo scambio di dati tra enti; la crescita di una maggiore resilienza contro le minacce cibernetiche; il miglioramento dei servizi digitali in termini di esperienza, accessibilità, velocità, a tutto vantaggio di cittadini e imprese ma anche degli stessi professionisti della Pa.

Come in altri ambiti, questo processo di cambiamento che verte sulla digitalizzazione di processi e servizi ha reso più semplice la vita di numerosi soggetti, che un tempo si scontravano con qualche bizantinismo di troppo tipico del mondo Pa ma anche con la perdita di tempo generata dal bisogno di compiere diverse operazioni in presenza, compresa quella di firmare documenti.

L’introduzione della firma digitale

Il processo che ha portato all’introduzione nel nostro paese di firme alternative a quella tradizionale autografa si è composto di più capitoli, non sempre lineari: vale la pena ricordare il Dpr 513/1997, con il Capo II specificatamente dedicato alla firma digitale (il regolamento recava “criteri e modalità per la formazione, l’archiviazione e la trasmissioni di documenti con strumenti informatici e telematici”) ma anche il recepimento della direttiva Ue 1999/93 che puntava ad agevolare l’uso delle firme elettroniche e a contribuire al loro riconoscimento giuridico sottolineandone la necessità nell’ambito delle comunicazioni e del commercio elettronico.

La direttiva all’epoca parlava di firma elettronica (Fes, firma elettronica semplice, ndr) e firma elettronica avanzata (Fea): per quest’ultima stabiliva una serie di requisiti, come la connessione in maniera unica al firmatario, la creazione con mezzi su cui il firmatario conservava il controllo esclusivo, ecc. Ma a questo quadro di possibilità, ancora oggi valido, va aggiunta la Firma elettronica qualificata: come ricorda l’Agid (Agenzia per l’Italia digitale, ndr), “la firma elettronica qualificata- o digitale- è il risultato di una procedura informatica, detta validazione, che garantisce l’autenticità, l’integrità e il non ripudio dei documenti informatici”.

Grazie alla firma digitale, sinonimo, come detto, di firma elettronica qualificata, contratti, bandi di gara, ordini di acquisto e numerosi altri adempimenti che intercorrono tra persone fisiche e pubblica amministrazione sono diventati più semplici da gestire, senza perdere nulla in termini di validità legale. In ballo, quando si parla di firma digitale, ci sono vantaggi nodali, che pari sono per la Pa e per chi si confronta con lei: l’efficienza del workflow documentario, la produttività, la velocità di flussi di diverso tipo (pagamenti, transazioni, ecc)

Firma digitale locale o remota

Per dotarsi di una firma digitale, le persone fisiche, siano esse “cittadini, amministratori e dipendenti di società e pubbliche amministrazioni” devono rivolgersi a prestatori di servizi fiduciari qualificati, siano essi soggetti pubblici o privati che, riconosciuti tali da Agid, garantiscono l’identità dei soggetti che utilizzano la firma digitale.

La possibilità di utilizzare una firma digitale ha certamente prodotto uno snellimento di numerosi processi e ha allineato, anche dal punto di vista dell’experience tecnologica, quella che è da sempre una procedura burocratica a un atto più smart e contemporaneo.

La firma digitale può essere utilizzata da remoto ma anche in modalità locale. Nel primo caso, non sono necessari dispositivi fisici. Basta semplicemente connettersi alla rete da un dispositivo personale, utilizzare il software o l’app del prestatore del servizio scelto previa autentificazione che avviene via Otp (one time password): la firma viene generata su un Hsm (hardware security module) che è sotto la responsabilità del certificatore accreditato.

Ma la firma digitale si può utilizzare anche in modalità locale: è utile tenere conto di questo aspetto, perché in questo caso la scelta di un prodotto di firma digitale equivale alla scelta di un tool che appartiene fisicamente al titolare (es: una smart card o un token per la firma digitale).
La firma digitale ha cambiato volto ai processi documentali ma anche a quelli autorizzativi, particolarmente importanti per i professionisti della PA: era così fin dalle origini, ma lo smartworking in pandemia ha confermato che è fondamentale poter esercitare, anche lontano dall’ufficio, le stesse funzioni e prerogative senza dover presidiare la scrivania.

Gli enti pubblici che si servono quindi della firma digitale al fine di assicurare integrità, autenticità e non ripudio del documento informatico possono scegliere il provider che offre le soluzioni più giuste per le esigenze legate ai processi autorizzativi ma anche per tutti quegli aspetti più di background che possono tornare utili in particolare a responsabili e dirigenti, come l’utilizzo di piattaforme dedicate per verificare la presenza di documenti in attesa di approvazione.

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Lotteria degli scontrini, c’è ancora tempo per adeguarsi

25.02.2021

Lotteria degli scontrini, c'è ancora tempo per adeguarsi

25.02.2021

Lotteria degli scontrini, c'è ancora tempo per adeguarsi

La prima estrazione è l’11 marzo ma l’Agenzia delle Entrate aveva prorogato i termini per consentire agli esercenti di allestire i registratori di cassa al nuovo tracciato telematico.

 

L’hanno ribattezzata “riffa di Stato” e in effetti prevede estrazioni periodiche e premi. E manca poco, pochissimo, all’annuncio dei primi vincitori della Lotteria degli Scontrini: l’11 marzo è il giorno da segnare in calendario. In palio 10 premi da 100mila euro per chi compra, 10 premi da 20mila euro per chi vende. Possono partecipare tutti i maggiorenni residenti in Italia che si sono procurati il “codice lotteria” e utilizzino strumenti di pagamento elettronico per acquisti di beni o servizi negli esercizi commerciali.

Tra gli esercenti si era diffusa invece una certa perplessità sull’iniziativa, sia per il periodo storico, date le restrizioni e le chiusure anti-contagio, sia per l’apparecchiatura necessaria per partecipare all’iniziativa. Problematiche che peraltro erano state segnalate dalle associazioni di settore al governo stesso.

Così, a fine 2020, l’Agenzia delle Entrate ha inteso di accogliere le richieste e concedere maggior tempo agli operatori. “Considerate le difficoltà legate alla situazione emergenziale in corso provocata dalla Covid-19 – spiegava la nota – e recepite le richieste provenienti dalle associazioni di categoria, il provvedimento … posticipa di tre mesi la data di utilizzo del nuovo tracciato telematico   per l’invio dei corrispettivi e quella di adeguamento dei registratori telematici”.
Dunque “viene modificato dall’1 gennaio 2021 all’1 aprile 2021 la data di avvio dell’utilizzo esclusivo del nuovo tracciato telematico dei dati dei corrispettivi giornalieri” (ovvero la versione 7.0) e “del conseguente adeguamento dei registratori telematici”.

In alcuni casi, gli esercenti già abilitati al concorso sono contrassegnati con una sorta di “bollino blu” per far capire al cliente che partecipa all’iniziativa. Prorogati al 31 marzo 2021 anche i termini entro i quali i produttori possono dichiarare la conformità alle specifiche tecniche di un modello già approvato dall’Agenzia delle Entrate.

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Argentea arricchisce la propria brand identity!

27.01.2021

Argentea arricchisce la propria brand identity!

27.01.2021

Argentea arricchisce la propria brand identity!

Via al nuovo portale per tutti i clienti: AMoneyPortal. È consultabile ovunque e da tutti i dispositivi: così monitorare le performance del punto vendita è ancora più facile

Il 2020 è stato un anno a dir poco complicato, per usare un eufemismo. Molte aziende ora vogliono ripartire con il piede giusto, altre hanno già imboccato la svolta. Per Argentea il 2021 è iniziato decisamente all’insegna del cambiamento. Dopotutto la capacità di evolvere e di adattarsi al contesto è da sempre motore di ricerca e innovazione. Per questo, qualche giorno fa, Argentea ha comunicato il lancio della nuova brand identity: un rafforzamento di immagine più in linea con i valori fondanti, con l’evoluzione che la società ha avuto negli ultimi anni, con un’identità forte e riconoscibile. Anche per questo il percorso si è arricchito con la nuova versione di AMoneyPortal, il portale di Argentea dedicato ai propri clienti.

Un redesign profondo, che ha visto il team di sviluppo impegnato sia in un lavoro di restyling volto a rendere il portale più intuitivo e ottimizzato per tutti i dispositivi, sia in nella riprogettazione di alcune funzionalità. Con un unico chiaro obiettivo: semplificare il lavoro dei clienti, ovunque e in qualsiasi momento.

AMoneyPortal indica dunque:

Report contabili → offre una fotografia in tempo reale degli incassi di ciascun punto vendita. Inoltre sarà possibile visualizzare i report potendoli filtrare in base a diversi paramenti come data, importo, esito operazione e metodologia di pagamento utilizzata dal cliente.

Multibanca → attraverso questa funzionalità si possono gestire autonomamente le regole di instradamento delle transazioni, definendo ad esempio la banca prioritaria e le altre di back-up, le regole specifiche per ogni punto vendita/giorno della settimana/orario/tipologia carta.

Gestione terminali → qui sono presenti tutte le informazioni relative ai terminali di ogni punto vendita, agli emettitori dei buoni pasto abilitati sia per i servizi di dematerializzazione sia per il servizio del Buono Pasto Elettronico ed eventuali operazioni di aggiornamento pianificate per il terminale POS.


Comincia ad esplorare tutte le novità 

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L’operazione Cashback è già un successo

27.01.2021

L'operazione Cashback è già un successo

27.01.2021

L'operazione Cashback è già un successo

Milioni di persone hanno partecipato al periodo sperimentale natalizio. A breve i primi rimborsi. E ora il piano prosegue su base semestrale. Le indicazioni di Argentea ai propri clienti retailer

 

È partito l’1 gennaio scorso il piano Cashback con cui il governo intende spingere all’uso della moneta elettronica. Un progetto che ha più di un obiettivo, tra cui la riduzione del fenomeno dell’evasione e il sostegno delle attività economiche colpite dalla pandemia Covid.

Il meccanismo dei rimborsi è automatico e a breve verranno accreditati i primi “cashback” sui conti correnti. Il test generale si è infatti chiuso con il periodo “sperimentale”, ovvero quello natalizio dall’8 al 31 dicembre, con l’iscrizione all’iniziativa di oltre 5,8 milioni di cittadini e l’attivazione di più di 9,8 milioni di strumenti di pagamento elettronici (di cui 7,6 milioni dall’app IO). Nello stesso periodo sono state elaborate dal sistema oltre 63 milioni di transazioni per un importo medio di 46 euro. I 48,5% del totale riguarda transazioni con valore inferiore ai 25 euro. A conti fatti, supera i 222,6 milioni di euro il valore complessivo dei rimborsi che il governo dovrà erogare ai 3,2 milioni di partecipanti che, sul totale dei cittadini iscritti, hanno effettuato il numero minimo delle 10 transazioni per avere diritto all’extra cashback di Natale. Il 3,1% dei casi otterrà il rimborso massimo di 150 euro, il 14,5% un importo incluso tra i 100 e i 149 euro, il 49,6% tra i 50 e i 99 euro e il 32,8% inferiore ai 50 euro. Dallo scorso 1 gennaio, invece, è attivo il piano Cashback: a differenza di quanto previsto durante il periodo sperimentale, la soglia minima per acquisire il diritto al rimborso è pari a 50 transazioni valide a semestre. Oltre a ciò, dall’1 gennaio si aggiunge anche la possibilità di ottenere il cosiddetto “Super Cashback” di 1.500 euro a semestre per i primi 100mila partecipanti che abbiano totalizzato il maggior numero di transazioni con carte e App di pagamento attivate nell’ambito dell’iniziativa.

I chiarimenti di Argentea ai propri clienti

Tutte le transazioni effettuate con il circuito Pagobancomat sono valide per il cashback, a prescindere dal dispositivo POS utilizzato. Le transazioni effettuate con carta di credito/debito internazionale invece richiedono che l’acquirer che le autorizza abbia aderito all’iniziativa.

• Se la transazione che il cliente non vede nella lista di quelle valide per il cashback è stata effettuata con il circuito Pagobancomat, dovreste chiedere alla vostra banca che ha autorizzato il pagamento, se ci sono stati dei problemi nell’invio dei flussi a PagoPA;

• Se invece la transazione è stata fatta con un circuito internazionale, dovreste verificare con la vostra banca se l’acquirer che è stato utilizzato per autorizzare quella transazione ha aderito all’iniziativa. Quindi è importante disporre dello scontrino relativo all’acquisto che non è risultato valido per il cashback.

I vostri terminali sono in grado di accettare i pagamenti con bancomat e carta di credito, sia chip che contactless (c-less), quindi l’eventuale mancato inserimento della transazione nella lista di quelle valide non è imputabile alla vostra infrastruttura tecnologica.

• Se la banca del cliente non ha ancora dotato il cliente di una carta PagoBancomat abilitata al circuito c-less, eventuali pagamenti risulteranno eseguibili solamente sul circuito di debito (solitamente Maestro o VPay); è quindi necessario che il titolare della carta abbia registrato anche la corrispondente carta di debito sulla App IO o che il pagamento venga eseguito passando la carta PagoBancomat a chip.

 

Link utili:

https://io.italia.it/metodi-pagamento/#cards 
per verificare, in base ai loghi presenti sulla carta, se essa è possibile abilitare il cashback

Domande frequenti sul cashback

 

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AMoneySmart è un sistema di transazione contactless basato su tecnologie evolute

06.10.2020

AMoneySmart è un sistema di transazione contactless basato su tecnologie evolute

06.10.2020

AMoneySmart è un sistema di transazione contactless basato su tecnologie evolute

Pagamenti rapidi e sicuri per tutti i consumatori grazie ad AMoneySMART. Si tratta di un sistema di transazione contactless basato su tecnologie evolute che consente di saldare il conto in un negozio fisico attraverso il proprio Smartphone e – grande novità – anche con la Fidelity Card dello stesso punto vendita.

L’obiettivo è di velocizzare la fase di check-out nelle casse, con vantaggi importanti per il consumatore in termini di tutela e di migliore esperienza di acquisto:

  • Rispetto della distanza sociale e massima riduzione del contatto
  • Stop al formarsi di code alle casse e a conseguenti assembramenti
  • Accesso a funzioni aggiuntive come sconti, raccolta punti e alert personalizzati.

Ma l’utilizzo di AMoneySmart non va a beneficio esclusivo di chi compie l’azione di acquisto. Il sistema, infatti, assicura un ottimo ritorno anche per il retailer, che aderendo al servizio potrà:

  • Rendere più versatile e veloce il pagamento presso le casse del proprio punto vendita
  • Fidelizzare la clientela promuovendo l’utilizzo di una Fidelity Card con funzioni personalizzabili
  • Incentivare gli acquisti con una modalità di pagamento innovativa e coinvolgente

Come effettuare il pagamento con AMoneySmart

Il pagamento tramite AMoneySmart consiste in un’operazione facile, veloce e, soprattutto, sicura. Per aderire al servizio è sufficiente registrare la propria carta di credito nel Gestore Terminale PCI Compliant di Argentea. La carta di credito viene così associata alla Fidelity card permettendo di effettuare pagamenti.

Una volta che l’acquirente si trova alla cassa del negozio del commerciante gli basterà consegnare la Fidelity card (la stessa che si utilizza per la raccolta punti) e autorizzare il pagamento sul proprio telefono mediante l’inserimento del codice PIN. Una delle funzionalità più innovative del sistema è anche quella di stabilire un tetto mensile sugli acquisti effettuabili in un dato periodo e in un determinato punto vendita. Al termine del pagamento il processo si conclude con l’alert di notifica dell’avvenuta transazione.

In ultimo, è interessante rilevare come tra le motivazioni a sostegno dei pagamenti digitali da parte dei consumatori compaia sempre più frequentemente l’accesso a programmi fedeltà, che permettono di usufruire di buoni e riduzioni di prezzo. Argentea ha scelto di abbinare la transazione alla carta fedeltà proprio per offrire un duplice vantaggio: stimolare gli acquisti in una modalità massimamente sicura, da tutti i punti di vista.

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Conto alla rovescia per la Lotteria degli scontrini

30.11.2020

Conto alla rovescia per la Lotteria degli scontrini

30.11.2020

Conto alla rovescia per la Lotteria degli scontrini

Slitta la data di avvio ma non il progetto, che invece viene potenziato e riservato solo per i pagamenti con carte e bancomat. Partirà dall’1 gennaio 2021 l’attesa “Lotteria degli scontrini”, voluta dal governo in coerenza con l’avvio del Piano Italia Cashless. Si tratta di un altro strumento per promuovere l’uso della moneta elettronica. L’Agenzia delle Dogane e dei monopoli ha già attivato un portale riservato a quanti vorranno partecipare alla lotteria. E nella homepage del portale è già scattato il countdown.

Non mancano nemmeno le sezioni Faq e la ChatBot con le risposte alle domande più frequenti e vari moduli informativi che spiegano tutti i meccanismi di funzionamento della nuova lotteria. Dall’1 dicembre sullo stesso sito comparirà uno spazio dedicato per ottenere il codice lotteria inserendo semplicemente il proprio codice fiscale. Una volta generato, il codice lotteria potrà essere utilizzato per tutti gli acquisti e per partecipare a tutte le estrazioni. Sarà dunque sufficiente stamparlo su carta o salvarlo su un dispositivo mobile (come smartphone e tablet), mostrandolo al negoziante al momento dell’acquisto.

 

Secondo le indicazioni dell’Agenzia delle Dogane, per partecipare alla lotteria occorre mostrare al negoziante, al momento dell’acquisto di importo pari o superiori a 1 euro, il proprio “codice lotteria” che verrà abbinato allo scontrino. Ogni scontrino genera un numero di “biglietti virtuali” pari a un biglietto per ogni euro di spesa, con un arrotondamento se la cifra decimale supera i 49 centesimi (per esempio, con 1,50 euro si ottengono due biglietti). “Maggiore è l’importo speso maggiore sarà il numero di biglietti associati che vengono emessi, fino a un massimo di 1.000 biglietti per acquisti di importo pari o superiore a 1.000 euro”, spiega il vademecum del governo. L’esercente, attraverso un lettore ottico collegato al registratore telematico, abbinerà lo scontrino e il codice lotteria del contribuente e trasmetterà i dati all’Agenzia delle Entrate. In pratica come accade in farmacia con la tessera sanitaria. Dopo la trasmissione dei dati, per partecipare e riscuotere le vincite non servirà nemmeno conservare gli scontrini (anche se restano ovviamente validi ai fini della garanzia).


Con lo stesso scontrino un contribuente potrà partecipare ad un’estrazione settimanale, a una mensile e a una annuale. Al momento per partecipare è obbligatorio essere maggiorenni e residenti in Italia. Nell’attesa di possibili modifiche alla Manovra 2021, le notizie ufficiali parlano di 1 estrazione annuale, almeno 10 mensili e 15 settimanali, con premi che vanno dal milione di euro (annuale) ai 5mila delle vincite settimanali.

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