Il pagamento con QR Code è una delle modalità preferite dai consumatori che scelgono, in particolare in negozio, di saldare cashless e touchless.
Negli ultimi anni, diversi eventi hanno contribuito alla generale popolarità del codice a barre quadrato. Pensiamo al periodo della pandemia, quando era l’unico tool a disposizione per consultare il menù di un ristorante.
Applicando all’ambito dei pagamenti la capacità del QR Code di veicolare informazioni utili, il suo potenziale si è manifestato appieno.
La sua ascesa come strumento per avviare e concludere una transazione è strettamente connessa alla forte affermazione dei pagamenti tramite dispositivi mobili.
Sempre più persone infatti usano il cellulare per pagare, senza più estrarre la carta, ormai virtualizzata. A volte basta cliccare su un collegamento ipertestuale (come nel caso Pay by Link), altre inquadrare un QR Code.
Il QR Code (Quick Response Code) è un codice a barre a risposta rapida che offre informazioni, fisse o aggiornabili, che vengono decifrate da un lettore/scanner.
Quando il QR è utilizzato per contenere info utili a elaborare un pagamento, lo scanner le decodifica come tali e porta l’utente a compiere pochi passaggi (solitamente un’approvazione tramite codice pin o riconoscimento biometrico) per concludere la transazione.
Il merchant che accetta pagamenti alternativi deve quindi mettere a disposizione dell’utente quest’opzione. In che modo? Generalmente, partendo dal Pos.
Come abbiamo più volte raccontato, non è necessario possedere molteplici dispositivi Pos per accettare diverse tipologie di pagamento. Ma è fondamentale rendere il Pos uno strumento flessibile per offrire al cliente la sicurezza di poter saldare il conto come preferisce.
In questo caso, l’esercente dovrà generare un QR Code, affinché l’utente possa scansionarlo con l’app della banca, del wallet o del servizio che utilizza per effettuare pagamenti mobili.
Ci sono diversi modi per accettare pagamenti tramite QR Code.
Partiamo dal Pos classico, inteso come strumento che combina software e hardware, e quindi dai pagamenti che avvengono in cassa.
Il merchant può generare il QR Code grazie all’integrazione di un modulo dedicato, che permetterà di predisporre sul display del Pos il codice da mostrare al cliente al momento del check-out. Un esempio di questo approccio è AMoneyAP di Argentea, che consente di accettare questa e molte altre tipologie di pagamento alternativo.
Inquadrando il QR Code direttamente sul Pos, il cliente non avrà bisogno di svolgere alcuna operazione, come ricercare il merchant da un elenco o inserire manualmente importi. Sarà l’app a leggere i dati codificati e a immettere in automatico quelli di pagamento.
In assenza di un Pos fisico, il codice può anche essere generato dall’app del provider che l’esercente ha scelto per i servizi di pagamento, e che offrirà l’elaborazione del QR Code tra le opzioni in menù.
Questa casistica è rilevante principalmente per situazioni di pagamento al di fuori di un’attività “fissa”, come per esempio fiere o bancarelle.
A fronte di diverse esigenze, il QR Code può essere anche stampato ed esposto alla cassa, in chiave phygital.
Sebbene meno pratica, questa opzione può essere utile in particolare laddove i pagamenti siano reiterati (palestre, associazioni, ecc).
Vale la pena ricordare, per quelle attività che hanno canali e-commerce, che anche un sito web può offrire ai clienti, tra le varie alternative di pagamento, un codice QR presente nella pagina del check-out. Ai clienti basterà scansionarlo per evitare di inserire i dati della carta di credito.
Offrire al cliente la possibilità di pagamento con QR Code è fondamentale per ogni attività che vuole stare al passo con i bisogni dell’utenza.
Inoltre, la semplicità e la velocità di questo metodo di pagamento sono due vantaggi notevoli per l’utente, ma anche per il commerciante, che ottiene un surplus competitivo ogni qual volta riduce i tempi e offre una customer experience più fluida.
Se l’opzione di pagamento via QR Code è utilizzata anche in ambiti più burocratici, come i pagamenti alla pubblica amministrazione, come possono farne a meno in cassa il retail e la ristorazione?