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Bonus celiachia: una guida essenziale per gli esercenti

29.11.2023

Bonus celiachia: una guida essenziale per gli esercenti

29.11.2023

Bonus celiachia: una guida essenziale per gli esercenti

Il bonus celiachia è un beneficio economico concesso da alcune regioni italiane a chi è affetto da celiachia, con l’obiettivo di supportare i costi legati all’acquisto di prodotti senza glutine. La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce l’intestino tenue, caratterizzata da una reazione immunitaria permanente al glutine, una proteina presente in molti cereali come il frumento, l’orzo e la segale. Attualmente, l’unico trattamento efficace per la celiachia è una dieta rigorosamente priva di glutine. Ciò significa che i celiaci devono evitare tutti gli alimenti, bevande e farmaci che contengono glutine. Ecco una guida per gli esercenti che illustra le modalità con cui possono aderire al programma e fornire servizi ai beneficiari di tale bonus.

Il bonus celiachia: cos’è e come funziona

Il bonus celiachia è un contributo economico mensile che viene erogato ai pazienti celiaci, per aiutarli a coprire i costi dei prodotti alimentari speciali senza glutine, notoriamente più costosi dei corrispondenti prodotti con glutine. Questo bonus viene erogato sotto forma di voucher, che possono essere utilizzati presso gli esercizi commerciali aderenti al programma. Gli esercenti, a loro volta, possono riscuotere il valore dei voucher presso le Aziende Sanitarie Locali (ASL).

Come aderire al programma del bonus celiachia

Gli esercenti che desiderano aderire al programma del bonus celiachia devono prima registrarsi presso la propria ASL di riferimento. La registrazione comporta la compilazione di un modulo di adesione e la presentazione di alcuni documenti, tra cui la copia del documento di identità del titolare dell’esercizio e l’autorizzazione sanitaria all’esercizio dell’attività commerciale.

Dopo l’accettazione della domanda, gli esercenti ricevono una comunicazione ufficiale di adesione al programma. A questo punto, possono accettare i voucher del bonus celiachia come forma di pagamento per i prodotti senza glutine.

Come riscuotere i voucher del bonus celiachia

I voucher del bonus celiachia sono riscuotibili presso la ASL di competenza. Gli esercenti devono presentare i voucher originali, insieme a una dichiarazione che attesti l’avvenuta vendita dei prodotti senza glutine. Il pagamento avviene di norma entro 60 giorni dalla presentazione dei voucher.

È importante sottolineare che gli esercenti non possono riscuotere i voucher se non hanno in vendita prodotti senza glutine, o se i prodotti venduti non rispettano le normative vigenti in materia di cibi per celiaci.

La responsabilità degli esercenti

Gli esercenti hanno la responsabilità di garantire che i prodotti senza glutine venduti siano conformi alle normative vigenti, ovvero di rispettare le normative relative alla sicurezza alimentare e alla corretta etichettatura dei prodotti. In particolare, devono assicurarsi che i prodotti senza glutine siano separati da quelli con glutine per prevenire la contaminazione incrociata. Inoltre, devono garantire che il personale sia adeguatamente formato per gestire i prodotti senza glutine e per rispondere alle domande dei clienti sulla celiachia e sulla dieta senza glutine.

Infine, devono assicurarsi di accettare i voucher solo per l’acquisto di questi prodotti.

In caso di inadempienze, gli esercenti possono essere soggetti a sanzioni, che vanno dalla sospensione temporanea dall’elenco degli esercizi aderenti al programma, fino alla revoca definitiva dell’adesione.

Bonus celiachia, il vantaggio di disporre di un Pos abilitato

Il bonus celiachia rappresenta un’opportunità per gli esercenti, permettendo loro di ampliare la propria clientela e di contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti celiaci. Quando uno di questi fa la spesa in uno dei punti vendita convenzionati, al momento del pagamento presenta la tessera sanitaria e il codice celiachia (PIN). A questo punto, per l’esercente disporre di un terminale Pos in grado di verificare i prodotti rimborsabili e il budget personale disponibile si rivela di grande utilità. I movimenti sul valore del buono mensile sono tracciati e sicuri, le spese sempre sotto controllo grazie agli scontrini riepilogativi. Servizi come la gestione del bonus celiachia si inquadrano nell’evoluzione della digitalizzazione nei sistemi di pagamento.

Conclusione

Il bonus celiachia rappresenta una grande opportunità per gli esercenti, permettendo loro di ampliare la propria clientela e di contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti celiaci. Adottare le corrette procedure di adesione e gestione dei voucher è fondamentale per garantire il successo di questa iniziativa e per evitare eventuali sanzioni. Con l’informazione corretta e un adeguato impegno, gli esercenti possono sfruttare al meglio questa opportunità, fornendo un importante servizio alla comunità dei celiaci.

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POS PA: Come unire compliance e nuove tecnologie

24.11.2023

POS PA: Come unire compliance e nuove tecnologie

24.11.2023

POS PA: Come unire compliance e nuove tecnologie

Milioni di italiani sono alle prese ogni giorno con tasse, bolli, tributi. Da sempre il pagamento rappresenta una pietra angolare della relazione del contribuente con la Pubblica Amministrazione, sia essa centrale o locale. Stesso discorso per altri soggetti, come scuole, atenei, asl: il momento di pagare arriva e anche in questo ambito l’aspettativa è di procedere con facilità e raggiungere l’obiettivo.

Se fino a qualche anno fa bollettini postali e contanti hanno rappresentato i mezzi più comuni per pagare servizi, tributi, multe, ecc, la grande svolta si è concretizzata con la penetrazione del pagamento digitale anche nell’ambito della Pubblica Amministrazione.

Come noto, oggi i cittadini hanno a disposizione più modalità/canali per adempiere ai propri obblighi di pagamento verso la Pubblica Amministrazione, le società a controllo pubblico o altri soggetti aderenti alla piattaforma nazionale pagoPa.

L’importanza del Pos tra le opzioni possibili

Pagare online e sul territorio è diventato più semplice, grazie a una diversificata serie di opzioni che spaziano dalla possibilità di utilizzare il proprio servizio di home banking al pagamento sul sito dell’ente creditore, senza tralasciare le comodissime operazioni con l’app IO.

Uno dei maggiori vantaggi di PagoPa è quello di consentire come e dove effettuare i pagamenti, meglio ancora se da remoto e in modalità totalmente digitale. Tuttavia, non mancano le occasioni in cui si paga dal vivo, presso gli esercizi convenzionati che presentano il logo PagoPa o presso gli stessi enti allo sportello: in questi casi il cittadino ha comunque la possibilità di effettuare il pagamento in modalità cashless, con carte di pagamento o con tecnologia Nfc.

Niente di strano, quindi, se presso lo sportello dell’ufficio anagrafe o di un ambulatorio Asl all’utente viene porto un Pos per completare un versamento a fronte di un servizio erogato. Proprio come succede a soggetti di altri ambiti, attraverso il Pos gli enti consentono ai cittadini di utilizzare uno strumento che già conoscono, migliorando -lato loro- i tempi di attesa e i processi di incasso. Sebbene l’esperienza di pagamento, per il cittadino, sembrerà sostanzialmente simile a quella che avviene in ambito retail, è chiaro che alcune dinamiche sono correlate alla specificità dell’intero Sistema pagoPa.

Un Pos per esigenze precise

Per gestire applicativamente il dialogo tecnico con la piattaforma pagoPa, gli enti creditori si avvalgono infatti di uno o più soggetti terzi, siano essi partner tecnologici qualificati, partner tecnologici o intermediari tecnologici. Questa relazione rende infatti possibile l’abilitazione di quelle che sono funzionalità di piattaforma, di supporto e assistenza o accessorie, compresa la possibilità, per l’ente creditore, di incassare tramite Pos.

Diversi player, in qualità di partner tecnologici, hanno contribuito all’evoluzione digitale della Pa: nel caso specifico dei pagamenti hanno messo a disposizione soluzioni Pos che, integrate con pagoPa, implementano specifiche e funzionalità proprie di questo peculiare contesto (sia in termini di compliance che di user experience).

Come in ambito retail, gli enti possono scegliere tra le soluzioni Pos a disposizione, privilegiando facilità d’uso; flessibilità operativa in condizioni diverse (es: abilitazione ai pagamenti mobili); experience fluida in fase di setup (tanto più laddove non sia richiesta l’installazione di un software, ndr); funzionalità evolute come la conservazione digitale dei dati di pagamento; l’indirizzamento degli incassi su conti correnti diversi; il rilevamento del codice di riferimento Iuv (identificativo univoco di versamento, ndr) direttamente dalla richiesta di pagamento; la notifica in tempo reale dell’avvenuto pagamento, ecc.

Forti di un know how maturato già al servizio di altri settori, molti provider hanno contribuito con il proprio apporto a questo peculiare aspetto della digitalizzazione del processo di pagamento in ambito Pa. Centrale resta il ruolo degli enti, che creano preventivamente la posizione debitoria che viene comunicata al Pos con i suoi dati fondamentali, e quello dei Psp, i Prestatori di servizi di pagamento, che rendono possibile la procedura di attivazione del pagamento stesso.

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Commissioni POS: velocizza e unifica i pagamenti senza elevati costi fissi

04.11.2023

Commissioni POS: velocizza e unifica i pagamenti senza elevati costi fissi

04.11.2023

Commissioni POS: velocizza e unifica i pagamenti senza elevati costi fissi

Nel retail, oggi la velocità e l’efficienza dei pagamenti sono diventati fattori chiave per il successo di un’attività.

Secondo le stime di Confesercenti, tra commissioni, spese per utilizzo e installazione, i POS costano agli esercenti oltre 5 miliardi l’anno. Un risparmio si potrà avere con l’accordo siglato tra Abi e Associazione dei prestatori di servizi di pagamento e Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Fipe, che prevede la riduzione delle commissioni per i pagamenti sotto i 30 euro e un ulteriore abbassamento dei costi per le transazioni sotto i 10 euro. C’è poi il Bonus POS, grazie al quale gli esercenti possono beneficiare del credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni eseguite con la carta.
Sempre più imprenditori, quindi, si stanno rendendo conto dell’importanza di unificare e snellire i pagamenti, non solo per migliorare l’esperienza dei clienti, ma anche per ridurre le commissioni associate all’utilizzo dei terminali POS (Point of Sale). È possibile unire i due obiettivi in un’unica soluzione?

Commissioni POS, integrare diverse modalità di pagamento

Oltre alla possibilità di negoziare le commissioni del POS con il fornitore del servizio, magari valutando l’opzione di un contratto a lungo termine per ottenere tariffe più vantaggiose che tengano conto del volume di transazioni previsto, una delle prime mosse da compiere per unificare i pagamenti è integrare le diverse modalità all’interno del proprio sistema di vendita. Oltre alle tradizionali carte di credito e debito, è possibile offrire ai clienti la possibilità di pagare tramite app mobili, portafogli digitali o bonifici bancari. L’utilizzo di soluzioni di pagamento online può contribuire notevolmente a velocizzare i pagamenti e ridurre le commissioni del POS. Piattaforme come PayPal o Stripe offrono servizi di pagamento sicuri e veloci e, spesso, tariffe competitive rispetto ai tradizionali terminali POS, consentendo così di risparmiare sulle commissioni.
Il nodo da risolvere è che ognuno dei vari soggetti ha un proprio protocollo, ragione per cui il punto vendita dovrebbe avere altrettanti canali per ricevere i pagamenti, ossia tanti POS. Con l’ulteriore complicazione di dover addestrare gli addetti del negozio a gestire tutti i diversi incassi.

La soluzione: Argentea AMoneyPay

Quello di unificare e velocizzare i pagamenti sembra un problema complesso, eppure la soluzione esiste ed è quella che propone Argentea con AMoney. Una soluzione modulare per il retail che, con il modulo AMoneyPay permette ai clienti di un esercizio commerciale di usare la modalità di pagamento preferita e all’esercente di inoltrare l’incasso alla banca più conveniente. L’attività in cassa viene semplificata, liberando la scelta dell’istituto bancario dai vincoli dell’infrastruttura hardware (il POS fisico). AMoneyPay permette infatti di attivare più profili bancari a cui instradare i pagamenti in base all’importo, la fascia oraria o il giorno della settimana. Inoltre, integra tutti i sistemi di pagamento elettronico: buoni pasto, alternative payment, abbracciando un ventaglio di PSP come Satispay, Wechat e altri.

E se il cliente paga con i buoni pasto?

I buoni pasto elettronici rappresentano un duplice vantaggio, per le aziende e per i dipendenti che li utilizzano, ma non devono costituire un onere aggiuntivo per l’esercente. Il modulo AMoneyBPE di Argentea coniuga perfettamente le due esigenze, rendendo la gestione dei buoni pasto semplice, veloce e sicura. Come funziona? La soluzione consente di leggere la card del buono pasto elettronico direttamente con il dispositivo POS; il collegamento della transazione di cassa con il sistema di pagamento avviene in modo automatico, senza la necessità di inserire gli importi manualmente, quindi evitando possibili errori. Inoltre, i buoni pasto elettronici possono essere letti da tutte le casse del punto vendita o ristorazione, quindi anche ai tavoli o in mobilità all’interno del locale. È assicurata la compatibilità con i più diffusi software dei registratori di cassa.

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Cosa ti serve per accettare tutti i pagamenti possibili

20.10.2023

Cosa ti serve per accettare tutti i pagamenti possibili

20.10.2023

Cosa ti serve per accettare tutti i pagamenti possibili

In un mondo sempre più digitalizzato, i consumatori si aspettano un’esperienza di acquisto fluida e senza intoppi.

Un’esperienza che includa la possibilità di utilizzare il loro metodo di pagamento preferito. Per i retailer, accettare tutte le forme di pagamento disponibili rappresenta quindi un vantaggio competitivo significativo. Vediamo quindi cosa serve a un retailer per accettare tutte le forme di pagamento possibili.


Pagamenti digitali: POS e account commerciante

Il retailer deve innanzitutto munirsi di un sistema di pagamento elettronico, fondamentale per accettare carte di credito e di debito. Questo comprende un terminale POS (Point of Sale) che legge le informazioni della carta e trasmette i dati al fornitore del servizio di pagamento per l’approvazione. Alcuni sistemi POS avanzati possono anche accettare pagamenti contactless e mobile.

Il retailer che vuole essere in grado di offrire tutti i tipi di pagamento digitale deve dotarsi di un account commerciante, un tipo di conto bancario che consente alle aziende di accettare pagamenti con carta di credito o di debito. Questo account funge da intermediario tra il conto bancario dell’azienda e il sistema di pagamento elettronico, consentendo il trasferimento sicuro dei fondi.

Portafogli digitali, soluzioni di pagamento mobile e tramite QR Code

È necessaria, inoltre, l’integrazione con i portafogli digitali, come PayPal, diventati sempre più popolari tra i consumatori per la loro comodità e sicurezza. Per accettare pagamenti tramite portafogli digitali (o digital wallet), i retailer devono integrare il loro sistema di pagamento con la piattaforma del portafoglio digitale.

Con l’enorme diffusione dell’uso degli smartphone, poi, sempre più consumatori preferiscono utilizzare soluzioni di pagamento mobile. Queste includono app, come Apple Pay e Google Pay. L’accettazione di queste forme di pagamento richiede perciò l’integrazione con queste piattaforme. Oltre al pagamento mobile è bene premunirsi per i pagamenti tramite dispositivi indossabili: smart watch, braccialetti fitness e altri. Tutti questi device utilizzano la tecnologia NFC o RFID (Radio Frequency Identification) per comunicare con i terminali di pagamento.
Anche i pagamenti tramite QR Code stanno acquisendo una crescente popolarità. Per accettare questi pagamenti, i retailer devono avere un sistema che può generare e leggere i codici QR.

Adesione ai regolamenti sulla sicurezza dei pagamenti e criptovalute

Condizione essenziale per i retailer per poter offrire tutti i tipi di pagamenti digitali è aderire ai regolamenti sulla sicurezza dei pagamenti, come lo standard PCI DSS (Payment Card Industry Data Security Standard). Ciò aiuta a proteggere le informazioni sensibili dei clienti e a rafforzare la fiducia del consumatore.

Il retailer che vuole coprire tutte le possibili forme di pagamento può prendere in considerazione anche le criptovalute, come i Bitcoin. Anche se non sono ancora largamente adottate, queste stanno lentamente guadagnando terreno come forma di pagamento. Accettare criptovalute può richiedere l’integrazione con un processore di pagamento di criptovalute, come BitPay o CoinGate.

Le soluzioni all in one semplificano la vita al retailer

Accettare tutte le forme di pagamento disponibili può richiedere un investimento in termini di tempo, risorse e tecnologia. Tuttavia, la capacità di offrire ai clienti una vasta gamma di opzioni di pagamento può portare a un aumento delle vendite, a una maggiore soddisfazione del cliente e a un vantaggio competitivo nel mercato al dettaglio sempre più affollato.

Per facilitare il lavoro e al contempo ridurre la possibilità di errori e di rifiuti da parte dei fornitori di servizi di pagamento, i retailer possono adottare soluzioni software appositamente studiate che eliminano la necessità di utilizzare un POS per ogni servizio di pagamento e di inoltrare, in modo automatico, l’incasso alla banca che offre la maggiore convenienza. In questo modo, il punto cassa diventa un vero strumento di supporto alla gestione del business, in cui l’innovazione tecnologica è un elemento chiave della trasformazione.

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Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA

18.10.2023

Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA

18.10.2023

Rendi più snelli i processi con la firma digitale PA

Da diversi anni la pubblica amministrazione è al centro di un poderoso cambiamento lungo diverse traiettorie.

Tra le principali figurano la migrazione di dati e applicativi verso l’ambiente cloud; l’evoluzione architetturale per favorire l’interoperabilità e lo scambio di dati tra enti; la crescita di una maggiore resilienza contro le minacce cibernetiche; il miglioramento dei servizi digitali in termini di esperienza, accessibilità, velocità, a tutto vantaggio di cittadini e imprese ma anche degli stessi professionisti della Pa.

Come in altri ambiti, questo processo di cambiamento che verte sulla digitalizzazione di processi e servizi ha reso più semplice la vita di numerosi soggetti, che un tempo si scontravano con qualche bizantinismo di troppo tipico del mondo Pa ma anche con la perdita di tempo generata dal bisogno di compiere diverse operazioni in presenza, compresa quella di firmare documenti.

L’introduzione della firma digitale

Il processo che ha portato all’introduzione nel nostro paese di firme alternative a quella tradizionale autografa si è composto di più capitoli, non sempre lineari: vale la pena ricordare il Dpr 513/1997, con il Capo II specificatamente dedicato alla firma digitale (il regolamento recava “criteri e modalità per la formazione, l’archiviazione e la trasmissioni di documenti con strumenti informatici e telematici”) ma anche il recepimento della direttiva Ue 1999/93 che puntava ad agevolare l’uso delle firme elettroniche e a contribuire al loro riconoscimento giuridico sottolineandone la necessità nell’ambito delle comunicazioni e del commercio elettronico.

La direttiva all’epoca parlava di firma elettronica (Fes, firma elettronica semplice, ndr) e firma elettronica avanzata (Fea): per quest’ultima stabiliva una serie di requisiti, come la connessione in maniera unica al firmatario, la creazione con mezzi su cui il firmatario conservava il controllo esclusivo, ecc. Ma a questo quadro di possibilità, ancora oggi valido, va aggiunta la Firma elettronica qualificata: come ricorda l’Agid (Agenzia per l’Italia digitale, ndr), “la firma elettronica qualificata- o digitale- è il risultato di una procedura informatica, detta validazione, che garantisce l’autenticità, l’integrità e il non ripudio dei documenti informatici”.

Grazie alla firma digitale, sinonimo, come detto, di firma elettronica qualificata, contratti, bandi di gara, ordini di acquisto e numerosi altri adempimenti che intercorrono tra persone fisiche e pubblica amministrazione sono diventati più semplici da gestire, senza perdere nulla in termini di validità legale. In ballo, quando si parla di firma digitale, ci sono vantaggi nodali, che pari sono per la Pa e per chi si confronta con lei: l’efficienza del workflow documentario, la produttività, la velocità di flussi di diverso tipo (pagamenti, transazioni, ecc)

Firma digitale locale o remota

Per dotarsi di una firma digitale, le persone fisiche, siano esse “cittadini, amministratori e dipendenti di società e pubbliche amministrazioni” devono rivolgersi a prestatori di servizi fiduciari qualificati, siano essi soggetti pubblici o privati che, riconosciuti tali da Agid, garantiscono l’identità dei soggetti che utilizzano la firma digitale.

La possibilità di utilizzare una firma digitale ha certamente prodotto uno snellimento di numerosi processi e ha allineato, anche dal punto di vista dell’experience tecnologica, quella che è da sempre una procedura burocratica a un atto più smart e contemporaneo.

La firma digitale può essere utilizzata da remoto ma anche in modalità locale. Nel primo caso, non sono necessari dispositivi fisici. Basta semplicemente connettersi alla rete da un dispositivo personale, utilizzare il software o l’app del prestatore del servizio scelto previa autentificazione che avviene via Otp (one time password): la firma viene generata su un Hsm (hardware security module) che è sotto la responsabilità del certificatore accreditato.

Ma la firma digitale si può utilizzare anche in modalità locale: è utile tenere conto di questo aspetto, perché in questo caso la scelta di un prodotto di firma digitale equivale alla scelta di un tool che appartiene fisicamente al titolare (es: una smart card o un token per la firma digitale).
La firma digitale ha cambiato volto ai processi documentali ma anche a quelli autorizzativi, particolarmente importanti per i professionisti della PA: era così fin dalle origini, ma lo smartworking in pandemia ha confermato che è fondamentale poter esercitare, anche lontano dall’ufficio, le stesse funzioni e prerogative senza dover presidiare la scrivania.

Gli enti pubblici che si servono quindi della firma digitale al fine di assicurare integrità, autenticità e non ripudio del documento informatico possono scegliere il provider che offre le soluzioni più giuste per le esigenze legate ai processi autorizzativi ma anche per tutti quegli aspetti più di background che possono tornare utili in particolare a responsabili e dirigenti, come l’utilizzo di piattaforme dedicate per verificare la presenza di documenti in attesa di approvazione.

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AMoneyPay, un unico POS che lavori con tutte le banche

09.10.2023

AMoneyPay, un unico POS che lavori con tutte le banche

09.10.2023

AMoneyPay, un unico POS che lavori con tutte le banche

Negli ultimi anni, l’evoluzione del settore bancario e delle tecnologie di pagamento ha fatto nascere una crescente domanda da parte dei commercianti di poter utilizzare diversi istituti bancari con un unico Point of Sale (POS) fisico. Questa esigenza ha origine da diversi fattori che influenzano il modo in cui i retailer gestiscono le transazioni finanziarie.

Innanzitutto, l’utilizzo di un unico POS fisico consente ai commercianti ed esercenti della ristorazione di semplificare le operazioni quotidiane. Invece di dover gestire diversi terminali di pagamento per ogni istituto bancario di appoggio, essi possono utilizzare un unico dispositivo che supporta diverse opzioni di pagamento. Questo riduce il carico di lavoro amministrativo e semplifica la gestione delle transazioni finanziarie.

POS unico multi-banca, vantaggi per esercenti e clienti

Un altro vantaggio dell’utilizzo di un unico POS fisico è la possibilità di accettare una vasta gamma di metodi di pagamento. Con la sempre maggiore diffusione delle carte di credito, dei pagamenti contactless e dei portafogli digitali (digital wallet), i commercianti devono essere in grado di accettare diversi tipi di pagamento per soddisfare le richieste dei loro clienti. Un POS fisico che supporta diverse opzioni di pagamento consente di offrire una migliore esperienza di acquisto ai clienti e, di conseguenza, contribuisce ad aumentare le opportunità di vendita e di business.

Senza dimenticare che l’utilizzo di un unico POS può contribuire a migliorare la sicurezza delle transazioni finanziarie. Alla comodità di poter indirizzare i pagamenti ricevuti verso la banca che offre le migliori condizioni si uniscono perciò le misure di sicurezza integrate nel POS fisico, come la crittografia dei dati e l’autenticazione a due fattori, per proteggere le informazioni sensibili dei clienti e prevenire frodi o violazioni della sicurezza.

Argentea propone AMoneyPay del sistema AMoney

A fare la differenza in questo senso è la soluzione modulare AMoney, di cui fa parte AMoneyPay. Il modulo si caratterizza proprio nel lasciare libera scelta dell’istituto bancario, a prescindere dall’infrastruttura hardware (POS). La soluzione Argentea permette infatti di attivare più profili bancari a cui instradare i pagamenti in base all’importo, la fascia oraria o il giorno della settimana.

AMoneyPay offre altre funzionalità estremamente utili per la gestione del negozio o del locale: monitora i flussi di pagamento tramite il portale web dedicato (AMoneyPortal); archivia in digitale lo scontrino e la firma del cliente (il che significa che non si conservano più gli scontrini cartacei); visualizza in tempo reale gli scontrini emessi, anche quelli dei buoni pasto.

La continuità operativa è assicurata attraverso la creazione di un “gemello digitale”, ossia una replica remota del sistema.

Come funziona AMoneyPay

AMoneyPay è in connessione diretta con il terminale POS e il gestionale di cassa, ragione per cui tutto il processo di vendita e di incasso necessita di soli 5 passaggi:

  1. la cassa invia al terminale POS l’importo dello scontrino;
  2. una volta inserita o avvicinata la carta (modalità contactless), il terminale POS si pone in contatto con il server AMoney;
  3. AMoney comunica quindi al terminale POS le impostazioni di pagamento da utilizzare;
  4. il terminale POS invia la richiesta di pagamento alla banca selezionata;
  5. infine, la banca invia la conferma della transazione.

In conclusione, l’esigenza degli esercenti di poter utilizzare diversi istituti bancari con un unico POS fisico è una risposta alle sfide e alle opportunità del mercato moderno. La soluzione AMoneyPay offre una maggiore flessibilità, semplifica le operazioni quotidiane, amplia le opzioni di pagamento e migliora la sicurezza delle transazioni finanziarie. Adottando questa soluzione si beneficia di una gestione più efficiente delle transazioni finanziarie e si può offrire una migliore customer experience.

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Perché adottare un registratore di cassa intelligente

03.10.2023

Perché adottare un registratore di cassa intelligente

03.10.2023

Perché adottare un registratore di cassa intelligente

Negli ultimi anni, con l’avanzamento della tecnologia, anche i sistemi di pagamento e di gestione delle vendite hanno subito notevoli cambiamenti. Uno dei dispositivi più innovativi che sta conquistando l’interesse di commercianti e di esercenti della ristorazione: è il registratore di cassa intelligente. Questo dispositivo combina le funzionalità di un tradizionale registratore di cassa con le potenzialità della tecnologia digitale, offrendo una serie di vantaggi che possono migliorare l’efficienza e la produttività di qualsiasi attività commerciale.

Un registratore di cassa intelligente è dotato di un software avanzato che consente di gestire una vasta gamma di funzioni, inclusi i pagamenti elettronici, la gestione delle scorte, l’elaborazione delle transazioni e la generazione di report dettagliati. Questo rende il processo di vendita e di riscossione più veloce, più accurato e completamente tracciabile.

Il registratore di cassa intelligente è facile da usare

Uno dei principali vantaggi di un registratore di cassa intelligente è la facilità di utilizzo. Grazie all’interfaccia intuitiva e user-friendly, i dipendenti possono imparare rapidamente come utilizzare il dispositivo, riducendo al minimo il tempo necessario per addestrare il personale. Inoltre, il software del registratore di cassa intelligente è in grado di memorizzare informazioni sulle vendite e sui clienti, consentendo di creare profili dettagliati che aiutano a migliorare la gestione delle relazioni con la clientela.

Un altro vantaggio significativo è la possibilità di accettare pagamenti elettronici. Con un registratore di cassa intelligente, i commercianti e gli esercenti della ristorazione possono offrire ai propri clienti la possibilità di pagare con carte di credito o debito, portando a un aumento delle vendite. Inoltre, il sistema di pagamento integrato riduce la necessità di gestire contanti, riducendo il rischio di errori o frodi.

Registratore di cassa intelligente, anche per gestire le scorte

I registratori di cassa intelligenti offrono inoltre una gestione delle scorte più efficiente. Il software integrato consente di monitorare costantemente le scorte di prodotti, generando automaticamente ordini quando si raggiunge un livello di riordino prefissato. Ciò riduce al minimo il rischio di esaurimento delle scorte o di accumulo di prodotti invenduti, migliorando la gestione finanziaria dell’attività commerciale.

Un’altra funzionalità importante dei registratori di cassa intelligenti è la possibilità di generare report dettagliati. Questi rapporti forniscono una panoramica completa delle vendite, dei pagamenti, delle scorte e delle tendenze di mercato, consentendo ai commercianti di prendere decisioni informate per migliorare le proprie operazioni. Inoltre, semplificano la gestione contabile e fiscale, riducendo la necessità di impegnare tempo ed energia nella raccolta e nell’elaborazione dei dati.

Sicurezza delle transazioni e immagine del marchio

I registratori di cassa intelligenti offrono un ulteriore livello di sicurezza per i commercianti. Grazie alla tracciabilità delle transazioni e alla gestione centralizzata dei dati, è possibile ridurre il rischio di frodi (interne ed esterne). Inoltre, la conformità alle normative fiscali e legali è semplificata, garantendo una maggiore tranquillità per i proprietari di attività commerciali.

L’adozione di un registratore di cassa intelligente può contribuire, inoltre, a migliorare l’immagine del proprio marchio. I clienti, infatti, oggi si aspettano un’esperienza di acquisto moderna e conveniente, e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia come un registratore di cassa intelligente può dimostrare l’attenzione di chi gestisce il negozio o il ristorante verso l’innovazione e la facilità d’uso. Questo può aumentare la fiducia dei clienti nel marchio e stimolare la fedeltà, portando a una maggiore soddisfazione e a un incremento delle vendite nel lungo periodo.

Una scelta oculata

In conclusione, l’adozione di un registratore di cassa intelligente può portare numerosi vantaggi per i commercianti e gli esercenti della ristorazione. La combinazione di funzionalità avanzate, facilità di utilizzo, gestione delle scorte efficiente, report dettagliati e sicurezza migliorata offre un’opportunità per ottimizzare le operazioni commerciali e migliorare l’esperienza dei clienti. Quindi, se si desidera restare competitivi nel mercato odierno, l’adozione di un registratore di cassa intelligente è sicuramente una scelta oculata che dà buoni frutti.

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Pos indipendente dalla banca: come separare autorizzazioni e tecnologia

22.09.2023

Pos indipendente dalla banca: come separare autorizzazioni e tecnologia

22.09.2023

Pos indipendente dalla banca: come separare autorizzazioni e tecnologia

Un tempo Pos era sinonimo di banca: i titolari di un’attività- anche nelle stagioni in cui non c’era l’obbligo di possederne uno- infatti erano soliti rivolgersi al proprio istituto finanziario di riferimento per introdurre nel business il terminale che consente di accettare pagamenti effettuati con carte di credito, debito, prepagate, ecc.

Successivamente, come noto, il Pos è diventato progressivamente obbligatorio per negozi, artigiani, professionisti, senza esenzioni di sorta, e gli esercenti hanno compreso che, a fronte di mancanza di alternative e della promessa di sanzioni in caso di violazioni (dallo scorso 30 giugno 2022, ndr), esistono anche delle opportunità connesse alla titolarità di questo strumento per offrire ai clienti il servizio che gli spetta grazie alla leva tecnologica.

Torniamo però al tema Pos e banca: c’è un rapporto di dipendenza tra questi due elementi?

Un approccio canonico al Pos

Il Pos, inteso come strumento hardware e software, può essere fornito da un istituto bancario o da una società terza ed è indubbio che una possibilità di scelta più ampia – e indipendente dall’attore bancario- abbia spinto gli stessi istituti nel tempo a migliorare la loro offerta, cercando di incidere sui costi di installazione, sulle commissioni, sui canoni mensili di noleggio, da sempre al centro dell’attenzione (e talora della critica) di professionisti ed esercenti.

L’innovazione ovviamente riguarda anche aspetti legati al design, al sistema operativo, e in generale a tutti quei servizi più evoluti -le fotocamere con incorporati i lettori QrCode e BarCode- che intercettano al meglio le esigenze dei clienti attuali, la cui digital literacy è incredibilmente ampia rispetto al passato.

Come detto, un tempo i clienti business si rivolgevano alla banca di riferimento per adottare un dispositivo, legato generalmente al conto bancario che avevano in precedenza o per l’occasione aperto presso il medesimo istituto. Ma oggi, considerato che la scelta del Pos deve assecondare anche esigenze di business più marcate e specifiche, sono in molti a preferire Pos che non hanno a che fare, a monte, con un soggetto bancario. In questo caso, il dispositivo, pur collegato al conto bancario, sarà indipendente dall’istituto e non soggetto ai vincoli contrattuali con lo stesso. Generalmente, i Pos senza banca sono identificati con i Pos mobili, dispositivi che, collegati ad un’applicazione installata su device digitali come il comune cellulare o tablet, consentono di accettare i pagamenti in mobilità, grazie a un collegamento via Bluetooth o con Sim integrata.

Pos e banca: una separazione possibile

Come noto, il funzionamento del Pos è legato al collegamento che il dispositivo effettua con la banca per abilitare la transazione dal conto corrente del cliente a quello dell’esercente, attraverso i circuiti di pagamento (es: Visa, Mastercard, PagoBancomat, Maestro).

Il Pos, come spiega anche il glossario di Banca d’Italia, è “collegato con il centro di elaborazione dei prestatori di servizi di pagamento che offrono il servizio, affinché il pagamento venga autorizzato e la relativa somma venga addebitata all’acquirente e accreditata sul conto del venditore”.

Ma allora il Pos è strettamente collegato alla banca d’appoggio o no, attraverso il vincolo dell’hardware? No, anche perché è del tutto legittimo essere titolari di più profili bancari e voler instradare gli incassi a un istituto di credito e non un altro.  In quest’ottica l’innovazione può venire in soccorso con strumenti software che consentono di attivare più profili bancari a cui indirizzare i pagamenti. Sarà il terminale Pos a inviare la richiesta di pagamento alla banca selezionata dopo aver ricevuto indicazioni dal server del servizio le impostazioni da utilizzare.

Il tema non sono le autorizzazioni, un processo cruciale di background, semmai l’unificazione dell’esperienza di pagamento: non servono più canali, e quindi più Pos, per far confluire le transazioni dove si desiderano, serve semmai la giusta tecnologia per separare hardware e autorizzazioni.

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Come ridurre i costi di gestione POS senza rinunciare alla qualità

18.09.2023

Come ridurre i costi di gestione POS senza rinunciare alla qualità

18.09.2023

Come ridurre i costi di gestione POS senza rinunciare alla qualità

Negli ultimi anni, le imprese di tutti i settori, soprattutto i piccoli commercianti, si sono trovate a dover affrontare una sfida comune: come ridurre i costi di gestione senza compromettere la qualità dei pagamenti elettronici offerti attraverso il Point of Sale (POS), il dispositivo fisico che consente di effettuare transazioni sicure nei negozi.

Ridurre i costi di gestione del POS è possibile attraverso l’implementazione di soluzioni innovative e strategie intelligenti. La ricerca della soluzione più adatta, la manutenzione preventiva, il monitoraggio delle transazioni, l’integrazione con soluzioni di pagamento innovative e la formazione del personale sono solo alcune di quelle che le imprese possono adottare per massimizzare i profitti e migliorare l’efficienza operativa.

 

POS, il risparmio inizia dall’acquisto

Esistono diverse opzioni sul mercato per i sistemi POS, con caratteristiche e costi variabili. Effettuare una ricerca accurata e valutare le diverse soluzioni disponibili può aiutare a trovare quella più adatta alle esigenze specifiche del proprio negozio, riducendo i costi senza compromettere la qualità dei pagamenti elettronici. Le soluzioni basate su cloud, ad esempio, in alcuni casi risultano più convenienti rispetto a un sistema POS tradizionale. Bisogna considerare le funzionalità necessarie per il proprio business, evitando di investire in caratteristiche superflue che potrebbero aumentare i costi.

Una volta acquistato il POS, effettuare una regolare manutenzione preventiva e mantenerlo aggiornato con le ultime versioni del software può contribuire a ridurre i costi a lungo termine. Gli aggiornamenti possono migliorare la sicurezza e l’efficienza del sistema, evitando problemi futuri e riducendo i costi di assistenza tecnica. Alcuni fornitori di POS offrono servizi di assistenza remota, che possono essere più economici rispetto a interventi tecnici in loco.

Prima di sottoscrivere un contratto di servizio per il POS, è consigliabile negoziare le condizioni con il fornitore: la possibilità di ottenere sconti sui costi di manutenzione, tariffe di assistenza ridotte o pacchetti di servizi personalizzati in base alle esigenze specifiche del proprio business.

 

POS, ridurre i costi prevenendo le frodi

Implementare sistemi di monitoraggio avanzati per identificare e prevenire frodi e transazioni non autorizzate può sicuramente ridurre i costi associati a tali incidenti. Il POS, difatti, è in grado di verificare l’autenticità delle carte di pagamento attraverso la lettura del chip o della banda magnetica. I nuovi modelli possono accettare pagamenti contactless, che richiedono un’interazione fisica minima tra la carta e il dispositivo, riducendo il rischio di clonazione o di frodi basate su skimming dei dati delle carte. Inoltre, il monitoraggio delle vendite può permettere di individuare prodotti a bassa rotazione che possono essere eliminati dallo stock, riducendo i costi di acquisto e di stoccaggio.

Esplorare nuove soluzioni, come i digital wallet, ad esempio, può condurre a un’esperienza di pagamento più rapida ed efficiente, riducendo i costi di gestione del POS. Queste soluzioni tendono anche semplificare la contabilità e l’elaborazione delle transazioni, migliorando l’efficienza operativa complessiva dell’esercizio.

 

Più efficienza con l’integrazione dei sistemi aziendali e personale addestrato

L’integrazione del POS con altri sistemi aziendali, come la contabilità, l’inventario o il CRM, può semplificare la gestione e ridurre i costi operativi. L’automazione dei processi di back-office riduce il tempo e gli sforzi richiesti per le operazioni quotidiane

Inoltre, investire nella formazione del personale sul corretto utilizzo del POS e sulle procedure operative può ridurre gli errori umani e gli incidenti nel retail. Un personale ben addestrato sarà in grado di sfruttare appieno le funzionalità del POS, riducendo i tempi di transazione e migliorando l’efficienza complessiva.

Infine, è consigliabile effettuare una valutazione periodica dei costi associati alla gestione del POS e valutare se ci siano nuove opportunità di risparmio. Fra queste, la negoziazione di tariffe più convenienti con i fornitori, l’identificazione di servizi non necessari, fino alla ricerca di alternative più convenienti sul mercato.

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Perché è tempo di un Pos unico per tutti i buoni pasto

30.08.2023

Perché è tempo di un Pos unico per tutti i buoni pasto

30.08.2023

Perché è tempo di un Pos unico per tutti i buoni pasto

Per milioni di lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, i buoni pasto fanno parte della routine quotidiana e rappresentano un benefit aziendale che semplifica la gestione della pausa pranzo.

Secondo i dati di Anseb, l’Associazione Nazionale Società Emettitrici di Buoni Pasto, attualmente in Italia “oltre il 40% dei lavoratori che pranzano fuori casa per motivi attinenti all’attività lavorativa usufruiscono del buono pasto quale titolo di legittimazione: le statistiche parlano di 2,6 milioni di lavoratori circa, suddivisi tra settore privato (1,7 milioni) e pubblico (900.000)”.

Sullo sviluppo di questi strumenti hanno inciso, come sottolinea l’Associazione, i vantaggi connessi all’eliminazione dei costi per allestire servizi mensa interni alle aziende, in particolare quelle medie e piccole, e i benefici fiscali che garantiscono l’esenzione dall’imposta sul reddito e dagli oneri contributivi fino a un ammontare giornaliero stabilito rispettivamente per i formati cartaceo ed elettronico.

I lavoratori negli esercizi convenzionati esercitano quindi il loro diritto a utilizzare i buoni pasto, mentre i titolari delle attività che li accettano possono successivamente ottenere dalle società che li emettono il corrispettivo che gli spetta.

Pos buoni pasto: uno per tutti

Nel tempo, grazie alle evoluzioni normative, alcune dinamiche connesse all’accettazione dei buoni pasto sono state semplificate, sia in termini di cumulabilità, inteso come utilizzo di più ticket in una stessa occasione, che di ampliamento delle tipologie di esercizi commerciali che li accettano.

Ma c’è voluto ancora più tempo per raggiungere un obiettivo auspicato da tutto il comparto: solo nel 2020, infatti, grazie alla trasformazione in legge del Decreto Semplificazioni, è stato stabilito che a prescindere dalla società emettitrice, i pubblici esercizi devono essere abilitati a leggere i buoni pasto elettronici su un medesimo dispositivo Pos.

I dipendenti e i titolari degli esercizi convenzionati si districano tra più apparecchi POS oltre a  dover sostenere un maggior numero di spese per installazioni, commissioni, noleggio dei diversi lettori.

La possibilità di accettare i buoni pasto di diversi emettitori con lo stesso Pos rappresenta un ulteriore tassello da aggiungere al quadro dei vantaggi complessivi del buono pasto elettronico, che gode di una maggior esenzione fiscale rispetto a quello cartaceo (8 euro vs 4 euro).

Accettare un buono pasto elettronico equivale ad accettare un pagamento elettronico, posto anche che non è possibile in alcun caso convertire il valore facciale del buono in versamento di denaro.

Ma è possibile nella realtà o è solo previsto a livello teorico nel “Decreto Semplificazioni”?

Come scegliere il provider del Pos buoni pasto

Ancora una volta, la semplificazione porta con sé delle scelte che gli esercenti devono compiere per cogliere le opportunità e tradurle in vantaggio ma anche in servizio per i clienti.

Come detto, dal punto di vista tecnologico, non servono più Pos per leggere i ticket dei singoli emettitori e al tempo stesso non serve un Pos specifico per i buoni pasto rispetto ad altri pagamenti che i clienti effettuano normalmente. Tuttavia, è chiaro che sarà un provider a occuparsi dell’abilitazione tecnica della funzionalità di accettazione dei buoni pasto sul Pos.

La scelta del Provider tecnologico è il primo step per accettare via Pos i buoni pasto in modalità elettronica (quindi sotto forma di card) o digitale (via app direttamente dal dispositivo mobile). La platea degli emettitori che l’esercente accetta può aumentare con il tempo, in caso di stipula di nuovi accordi, ma non ci saranno bisogno di aggiungere alcun hardware, proprio in virtù dell’unificazione dell’esperienza di accettazione.

Come in altri casi, è necessario fornire al cliente un’experience semplice, fluida, proprio come quella di un pagamento canonico, consentendo quindi l’accettazione del buono pasto alla cassa, come da canone, ma anche al tavolo o in mobilità.

E monitorare le transazioni anche in background per leggere i dati e capire sempre meglio come potenziare i servizi accessori.

Argentea ha realizzato la propria soluzione di accettazione del buono pasto elettronico che ha ampiamente diffuso nelle catene della GDO e con il suo modulo AMoneyPosUnico ha l’ambizione di raggiungere i ristoratori e tutti quei pubblici esercizi che nel mercato Retail oggi soffrono l’impossibilità di avere quel diritto che il “Decreto Semplificazioni” ha sancito come legale e necessario per i Retailer.

Insieme al partner Posange, Argentea vuole quindi dare il proprio contributo per portare queste semplificazioni ad ogni Retailer: vai al sito e ordina il tuo Pos Unico  

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