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Integrazione dei pagamenti con QR code: come migliorare l’efficienza nel tuo negozio

04/06/2025

Integrazione dei pagamenti con QR code: come migliorare l'efficienza nel tuo negozio

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

I clienti – a prescindere da cosa stiano comprando e dove si trovino – sono clienti. E come tali, richiedono esperienze d’acquisto fluide, rapide e digitali. Allo stesso tempo, i retailer devono affrontare la pressione di ottimizzare tempi, risorse e costi. In questo scenario, i pagamenti con QR code si stanno affermando come una delle soluzioni più interessanti per modernizzare il punto vendita senza interventi strutturali costosi.

Cos’è un pagamento con QR code?

Il QR code (acronimo di Quick Response code) è un codice bidimensionale che, se inquadrato con la fotocamera di uno smartphone, permette di accedere istantaneamente a una determinata informazione o azione. Nei pagamenti, questo significa:

  • Reindirizzare l’utente a un’app bancaria o wallet (Satispay, PayPal, app di home banking).
  • Visualizzare un importo predefinito o dinamico.
  • Consentire il pagamento immediato in forma digitale.

I pagamenti QR code possono essere:

  • Statici: il codice rimane sempre lo stesso e non cambia l’importo. È il cliente a digitare la cifra.
  • Dinamici: il codice viene generato al momento con l’importo già preimpostato, spesso collegato a una transazione specifica.

Perché introdurre i pagamenti con QR code nel punto vendita

  1. Meno attese, più efficienza

L’utilizzo dei pagamenti QR code riduce drasticamente i tempi di pagamento: il cliente può saldare il conto in pochi secondi dal proprio smartphone. Questo si traduce in:

  • Code più corte in cassa.
  • Turnover più rapido nei locali.
  • Minore congestione negli orari di punta.
  1. Una soluzione contactless e sicura

I QR code eliminano la necessità di toccare POS o maneggiare contanti. In un’epoca post-pandemica, la riduzione del contatto fisico resta un vantaggio competitivo, soprattutto per settori come food, beauty e wellness.

Inoltre, trattandosi di un pagamento autenticato da app, la sicurezza dei dati è maggiore rispetto ad altri metodi: niente passaggi di carte, niente PIN da digitare in pubblico.

  1. Riduzione dei costi

I costi per l’adozione dei pagamenti QR code sono contenuti: non servono POS fisici aggiuntivi, né linee dedicate. In molti casi, è sufficiente stampare un codice o esporlo su un totem. Per i piccoli esercenti, si tratta di una soluzione economicamente sostenibile anche a fronte di margini ristretti.

  1. A portata di tutti

Lo smartphone è ormai il principale strumento di pagamento digitale in Italia: nel 2024, secondo l’Osservatorio Innovative Payments, oltre 29 milioni di italiani hanno effettuato almeno un pagamento mobile. Il QR code risponde perfettamente a questa tendenza.

Come integrare i pagamenti con QR code nel proprio negozio

Connessione con il gestionale o la cassa

L’integrazione ideale prevede che il QR code venga generato in automatico dal sistema di cassa o dal gestionale. In questo modo:

  • l’importo è corretto e preciso,
  • il pagamento è tracciato,
  • la chiusura giornaliera è più semplice.

Compatibilità con i wallet

Un buon sistema di pagamento deve supportare più canali. I clienti usano strumenti diversi: Apple Pay, Google Wallet, Nexi, app bancarie. Un QR code compatibile con i wallet più diffusi consente di non perdere vendite.

Riconciliazione automatica

Uno degli aspetti più sottovalutati è la gestione a posteriori dei pagamenti. Un QR code integrato nel gestionale permette di:

  • riconciliare automaticamente incassi e scontrini,
  • allegare il pagamento al cliente fidelizzato,
  • esportare i dati verso software contabili.

I numeri parlano chiaro

Nel 2023, i pagamenti con QR code in Italia hanno registrato una crescita del 67% rispetto all’anno precedente (fonte: Polimi – Osservatorio Innovative Payments). L’adozione è trainata sia da nuove generazioni più propense al digitale, sia da una crescente esigenza di automatizzazione e controllo nei flussi di cassa.

In Asia, in particolare in Cina e India, il QR code è già da anni il metodo di pagamento più utilizzato nei negozi fisici. L’Europa, e l’Italia in particolare, sta accelerando in questa direzione.

Oltre il pagamento: QR code come leva marketing

Oltre a semplificare il pagamento, i QR code possono essere integrati in strategie di marketing e fidelizzazione:

  • Offriendo sconti legati alla scansione.
  • Reindirizzando a landing page o survey.
  • Collegando il pagamento a una raccolta punti digitale.

In questo modo, lo strumento si trasforma in canale di relazione con il cliente, oltre che in strumento di incasso.

Integrare i pagamenti QR code nel tuo punto vendita non è solo una risposta alle esigenze tecnologiche del presente: è un passo strategico verso l’efficienza, la modernizzazione e la centralità dell’esperienza cliente.

Che tu gestisca un piccolo punto vendita o una catena di store, adottare sistemi di pagamento smart e contactless può fare la differenza in termini di operatività quotidiana, fidelizzazione e soddisfazione del cliente.

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Buoni pasto digitali: cosa deve fare un ristorante al passo coi tempi

27/05/2025

Buoni pasto digitali: cosa deve fare un ristorante al passo coi tempi

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

La ristorazione ha vissuto una trasformazione profonda sotto la spinta della digitalizzazione e dei cambiamenti normativi. Un esempio concreto è rappresentato dai buoni pasto digitali, sempre più diffusi rispetto ai tradizionali ticket cartacei. Per un ristorante che desidera restare competitivo e rispondere alle aspettative dei clienti moderni, la capacità di accettare e gestire questi strumenti in modo efficace è ormai imprescindibile. Ma cosa comporta davvero il passaggio al digitale? E quali vantaggi e sfide si nascondono dietro l’adozione dei nuovi buoni pasto elettronici?

Cosa sono i buoni pasto digitali

I buoni pasto digitali sono l’evoluzione naturale dei vecchi ticket cartacei. Si tratta di strumenti elettronici che permettono ai lavoratori di acquistare pasti o generi alimentari all’interno di una rete di esercenti convenzionati. A differenza dei buoni fisici, quelli digitali non richiedono firme, timbri o consegna manuale: possono essere utilizzati tramite card contactless, app mobile, QR code o codici a barre.

Questo significa che il cliente, semplicemente utilizzando il proprio smartphone o una tessera, può pagare in pochi secondi, con un’esperienza più rapida, sicura e coerente con le sue abitudini digitali quotidiane. I buoni digitali rappresentano, in questo senso, un punto di contatto tra benefit aziendali e innovazione tecnologica.

 

Perché i buoni digitali stanno diventando lo standard

La crescita dei buoni pasto digitali è stata favorita da una serie di fattori che ne hanno accelerato l’adozione, sia da parte delle aziende, sia da parte dei ristoratori.

Evoluzione normativa

Dal 2020, la normativa italiana ha introdotto una differenziazione fiscale che ha incentivato fortemente il passaggio al digitale. I buoni pasto elettronici godono di un’esenzione fiscale fino a 8 euro al giorno, contro i 4 euro dei cartacei. Questo ha portato le aziende a prediligere la versione digitale, più conveniente sia per il datore di lavoro che per il dipendente.

Sicurezza e igiene

Nel contesto post-Covid, anche i metodi di pagamento sono stati rivalutati in chiave igienica. I buoni digitali, grazie al loro funzionamento contactless, offrono un livello di sicurezza maggiore rispetto alla carta fisica, evitando il passaggio di mano in mano e riducendo il rischio di contaminazioni. Anche passata la pandemia, questo tema è rimasto valido in termini di esperienza utente.

Maggiore controllo e tracciabilità

A differenza dei buoni cartacei, i digitali sono completamente tracciabili. Ogni transazione è registrata, con data, ora, importo e luogo, il che riduce il rischio di frodi, smarrimenti o usi impropri. Inoltre, i sistemi digitali permettono all’utente di tenere traccia del saldo disponibile e alle aziende di avere report dettagliati sui consumi.

 

Come funziona l’accettazione nel ristorante

Convenzione con i principali emettitori

Per accettare buoni pasto digitali, un ristorante deve stipulare una convenzione con uno o più emettitori. I principali operatori attivi in Italia includono Edenred, Sodexo, Up Day, Pellegrini, Cirfood e nuove realtà più tecnologiche come Coverflex. Ogni circuito ha condizioni economiche, tecniche e amministrative differenti, per cui è importante valutarle attentamente in fase di adesione.

Il ristorante convenzionato entra a far parte della rete di locali segnalati dalle app degli utenti. Questo consente di intercettare una clientela che cerca attivamente luoghi dove utilizzare i buoni digitali nella pausa pranzo.

POS compatibile

Per accettare un buono digitale serve un POS abilitato, in grado di leggere chip NFC, QR code o codici a barre. Molti dispositivi recenti supportano già queste funzioni, ma nel caso di tecnologie datate può essere necessario un aggiornamento. Alcuni circuiti forniscono anche dispositivi dedicati o app per tablet e smartphone.

Formazione del personale

Anche se la procedura è semplice, è essenziale che il personale sappia come gestire correttamente l’accettazione:

  • Riconoscere il tipo di buono e il circuito.
  • Gestire correttamente i pagamenti parziali (es. buono + contanti).
  • Rilasciare scontrini e ricevute fiscali in linea con la normativa.

Vantaggi operativi e commerciali

Aumento dell’affluenza

Accettare buoni pasto digitali permette di attirare una clientela ampia, in particolare durante la fascia oraria del pranzo. I lavoratori che usufruiscono di questi benefit cercano ristoranti convenzionati, e spesso diventano clienti abituali, generando una fonte stabile di entrate.

Maggiore efficienza nella contabilità

Rispetto ai buoni cartacei, i digitali semplificano la gestione amministrativa:

  • Le transazioni sono archiviate automaticamente.
  • La riconciliazione contabile è più veloce.
  • È possibile generare report periodici per monitorare gli incassi e gestire i rimborsi.

Possibilità di fidelizzazione

Molti circuiti offrono funzionalità aggiuntive, come la possibilità per i ristoratori di attivare promozioni, sconti o apparire in primo piano nell’app degli utenti. In questo modo, accettare buoni digitali diventa anche un’opportunità per fare marketing a basso costo.

 

Sfide e attenzioni necessarie

Costi e commissioni

Uno dei punti più discussi riguarda le commissioni applicate dai circuiti, che possono arrivare anche al 10-12% sul valore del buono. È quindi importante valutare:

  • Il volume potenziale di clienti acquisibili.
  • La marginalità dei piatti proposti.
  • L’opportunità di prevedere un menù specifico per i buoni pasto.

Tempi di rimborso

I tempi di accredito variano da circuito a circuito, con medie che vanno dai 10 ai 45 giorni. Il ristoratore deve quindi avere una buona gestione del flusso di cassa per non trovarsi in difficoltà.

 

Buoni digitali e trasformazione del servizio

L’introduzione dei buoni pasto digitali non è un fatto isolato, ma spesso si inserisce in un percorso più ampio di digitalizzazione della ristorazione. Chi accetta pagamenti smart, spesso è anche pronto per:

  • ordinazioni da app o QR code,
  • menù digitali aggiornabili in tempo reale,
  • sistemi di prenotazione online,
  • gestione delle recensioni e della customer experience digitale.

Questo fa sì che il ristorante non solo offra un servizio moderno, ma venga anche percepito come più professionale e orientato al cliente.

Accettare buoni pasto digitali oggi non è più una scelta accessoria: è una condizione necessaria per intercettare una clientela ampia, lavorativa e fidelizzabile. Il passaggio al digitale semplifica i processi interni, riduce gli errori, aumenta la trasparenza e apre nuove opportunità di visibilità e crescita. Per il ristoratore che vuole restare competitivo e sostenibile, integrare gli strumenti giusti è un passo inevitabile verso un futuro più efficiente e connesso.

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Pagamenti digitali nel retail: strategie per ridurre le commissioni e migliorare l’esperienza cliente

21/05/2025

Pagamenti digitali nel retail: strategie per ridurre le commissioni e migliorare l’esperienza cliente

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

I pagamenti digitali stanno vivendo una fase di consolidamento e maturazione nel mondo del retail. Secondo i dati 2024 dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, il valore complessivo delle transazioni digitali in Italia ha raggiunto quota 481 miliardi di euro, segnando una crescita dell’8,5% rispetto all’anno precedente. Per la prima volta, i pagamenti digitali hanno superato il contante, rappresentando il 43% dei consumi totali contro il 41% del cash. Questo sorpasso storico evidenzia una trasformazione strutturale nel comportamento dei consumatori e nella strategia dei retailer, chiamati oggi a ripensare i propri sistemi di pagamento non solo come strumenti tecnici, ma come leve di efficienza e relazione con il cliente.

L’evoluzione dei pagamenti digitali nel retail

Nel retail moderno, il pagamento non è più un semplice momento finale del processo d’acquisto. È diventato un touchpoint strategico dell’esperienza cliente. Dal POS tradizionale alle app contactless, passando per i QR code e i wallet mobile, le opzioni si sono moltiplicate — e con esse, anche le complessità.

Oggi, un retailer medio si trova a gestire:

  • pagamenti con carte di credito e debito
  • wallet come Apple Pay, Google Wallet, Satispay
  • pagamenti con QR code
  • transazioni ibride (es. buoni pasto + carta).

Ognuno di questi canali presenta specificità tecniche e costi di commissione variabili. Ecco perché è fondamentale avere una strategia chiara.

 

Il problema delle commissioni

Ogni volta che un cliente paga con carta o app, l’esercente sostiene un costo. Le commissioni applicate possono variare in base a:

  • circuito utilizzato (Visa, Mastercard, Nexi, Satispay…),
  • tipo di carta (debito, credito, aziendale, prepagata),
  • contratto stipulato col fornitore,
  • volumi mensili di incasso.

In media, per i piccoli e medi esercenti italiani, le commissioni sui pagamenti digitali variano dal 0,8% al 2,2% dell’importo transato. Su volumi elevati, questo incide direttamente sulla marginalità.

 

Strategie per ridurre le commissioni (senza penalizzare il cliente)
  1. Analizzare le transazioni per canale

La prima regola è conoscere i propri dati. Quanti pagamenti avvengono con carta di credito? Quanti con app? Quanto incidono le transazioni sotto i 10 euro?

Un’analisi mensile degli incassi per tipo di pagamento aiuta a:

  • identificare i canali più usati,
  • negoziare condizioni migliori con i provider,
  • eventualmente disincentivare quelli meno vantaggiosi (es. carte aziendali estere ad alta commissione).
  1. Rinegoziare le condizioni con i provider

Molti esercenti non sanno che i contratti con i fornitori di servizi di pagamento sono negoziabili. Se i volumi crescono o se si consolidano più canali su un unico fornitore, è possibile:

  • abbattere le commissioni,
  • ottenere canoni mensili scontati o azzerati,
  • accedere a reportistica avanzata inclusa.

È importante anche valutare le commissioni fisse minime per transazione, che possono penalizzare le vendite di piccolo importo.

  1. Ottimizzare l’infrastruttura di pagamento

L’utilizzo di più POS o sistemi separati può generare costi duplicati. Un approccio più efficiente prevede:

  • l’uso di un unico gateway di pagamento omnicanale,
  • la centralizzazione dei flussi su un’unica dashboard,
  • la compatibilità con tutti i metodi di pagamento più diffusi.

Così si riducono anche gli errori contabili e si facilita la riconciliazione a fine giornata.

  1. Incentivare i metodi più efficienti

Alcuni wallet digitali — come Satispay o soluzioni QR — offrono commissioni più basse, soprattutto su microtransazioni. Promuovere questi metodi nei punti vendita (es. con adesivi, segnaletica o sconti dedicati) può orientare il cliente verso opzioni più vantaggiose anche per il retailer.

 

Pagamenti digitali e customer experience

Le commissioni non sono l’unico criterio. Un buon sistema di pagamento deve anche migliorare l’esperienza d’acquisto, altrimenti si rischia di perdere il cliente.

Velocità

I clienti si aspettano transazioni rapide. Terminali lenti o che “si bloccano” generano frustrazione. Il tempo medio di pagamento dovrebbe restare sotto i 5 secondi, soprattutto nei settori a forte rotazione come GDO, ristorazione veloce e retail fashion.

Sicurezza percepita

I metodi di pagamento devono ispirare fiducia. I clienti sono più propensi a usare wallet conosciuti e app bancarie integrate. L’adozione di standard di sicurezza elevati (es. tokenizzazione, autenticazione biometrica) è oggi imprescindibile.

Integrazione con loyalty e CRM

Nel retail evoluto, il momento del pagamento è anche un’occasione per raccogliere dati e costruire relazione. Integrare il sistema di pagamento con il CRM aziendale consente di:

  • associare transazioni a clienti registrati,
  • attivare promozioni personalizzate,
  • monitorare il valore medio dello scontrino per cluster di clientela.

 

Oltre il POS: l’omnicanalità nei pagamenti

Il retail contemporaneo non vive solo nel negozio fisico. Sempre più spesso, il cliente interagisce su più canali:

  • consulta l’e-commerce,
  • prenota via app,
  • ritira e paga in negozio,
  • riceve fattura o scontrino digitale.

In questo scenario, i pagamenti digitali devono essere flessibili e integrabili. Un sistema efficiente è quello che permette:

 

Focus microtransazioni: una sfida a parte

Nel retail alimentare, bar, edicole e tabaccherie, le microtransazioni digitali (sotto i 5€) sono in costante aumento. Tuttavia, sono anche le più penalizzate in termini di costi: se la commissione minima fissa è, ad esempio, 0,30€, su un caffè da 1,20€ il margine può azzerarsi.

Soluzioni possibili:

  • introdurre soglie minime per l’uso della carta (dove consentito),
  • incentivare wallet specifici con fee agevolate,
  • adottare POS smart che gestiscono in modo efficiente le transazioni a basso importo.

 

La digitalizzazione dei pagamenti nel retail è una realtà inarrestabile. Ma gestire questi strumenti con efficienza richiede visione strategica: occorre bilanciare i vantaggi per il cliente (rapidità, varietà, sicurezza) con l’ottimizzazione dei costi per il retailer.

Attraverso un’analisi accurata dei flussi, una negoziazione attiva con i provider e l’adozione di tecnologie integrate, è possibile ridurre le commissioni, semplificare i processi e offrire un’esperienza d’acquisto superiore. Il pagamento non è più un semplice momento finale, ma un elemento chiave dell’identità del punto vendita.

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Le Gift card digitali e come fidelizzare i tuoi clienti nel retail

07/05/2025

Le Gift card digitali e come fidelizzare i tuoi clienti nel retail

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

Fidelizzare un cliente è molto più complesso che acquisirne uno nuovo: diamolo per scontato quando parliamo del complesso universo del retail. Le abitudini di consumo sono frammentate, l’offerta è vasta, e i brand devono distinguersi non solo per il prodotto ma per l’esperienza complessiva che offrono. In questo contesto, le gift card digitali rappresentano uno strumento strategico: non più solo un “regalo dell’ultimo minuto”, ma una leva di marketing, fidelizzazione e monetizzazione ad alto potenziale. Vediamo come implementarle in modo efficace nel punto vendita — e perché oggi farlo con strumenti integrati come AMoneyGift di Argentea può fare la differenza.

Perché puntare sulle gift card digitali oggi

  1. Perché fidelizzano (veramente)

Una gift card digitale è, prima di tutto, una promessa di ritorno: il cliente o il destinatario tornerà in negozio per utilizzarla. Questo semplice meccanismo crea:

  • una seconda occasione d’acquisto,
  • la possibilità di attivare upselling e cross-selling,
  • un legame più forte con il brand.
  1. Perché sono misurabili

A differenza dei buoni cartacei o delle promozioni generiche, le gift card digitali sono tracciabili in ogni fase:

  • emessa (dove, quando, a che valore),
  • utilizzata (interamente o parzialmente),
  • collegata a uno specifico cliente o gruppo.

Questi dati sono fondamentali per chi vuole gestire in modo analitico la propria strategia di loyalty.

 

  1. Perché rispondono al comportamento dei nuovi consumatori

Le nuove generazioni, sempre più digitali e attente alla sostenibilità, preferiscono strumenti immateriali, flessibili e smart. Una gift card inviata via email o disponibile in app:

  • evita sprechi di carta o plastica,
  • è immediatamente spendibile,
  • può essere integrata in logiche eCommerce o omnicanale.

Gift card digitali: funzionalità avanzate da considerare

Una gift card digitale non è solo “una ricarica prepagata”: le piattaforme più evolute offrono funzionalità che amplificano il valore per retailer e cliente. Ecco alcune tra le più utili:

  • Attivazione immediata e programmata: possibilità di emettere card a scadenza futura o su eventi particolari (es. compleanni, Natale, Black Friday).
  • Parzializzazione dell’utilizzo: il cliente può spendere la gift card in più volte.
  • Conversione in sconto o cashback: la card può diventare anche un credito premio.
  • Personalizzazione grafica e messaggio: branding diretto, emotività, storytelling.
  • Integrazione con programmi fedeltà: una card digitale può far parte di un wallet unico con punti, bonus, sconti e coupon.

Il vantaggio competitivo dell’integrazione

Molti retailer gestiscono ancora le gift card tramite sistemi separati, Excel, o piattaforme non collegate al gestionale. Questo comporta rischi:

  • difficoltà di riconciliazione contabile,
  • impossibilità di analizzare i dati aggregati,
  • customer experience discontinua tra punto fisico e online.

Per superare questi limiti, è fondamentale adottare un sistema integrato, che consenta di:

  • emettere, gestire e monitorare gift card da un’unica dashboard,
  • sincronizzarle con le vendite e lo storico cliente,
  • utilizzarle anche nel punto cassa, nei totem o via eCommerce.

Come fare la differenza con AMoneyGift

Per i retailer che vogliono strutturare una strategia di gift card professionale, Argentea mette a disposizione AMoneyGift, una soluzione modulare e completamente integrata con l’ecosistema gestionale dei punti vendita.

Le caratteristiche principali:

  • Emissione personalizzata (valore fisso o variabile, monouso o riutilizzabile)
  • Gestione multicanale: il cliente può acquistare o ricevere la card in negozio, via email o su app
  • Monitoraggio avanzato: l’esercente può visualizzare in tempo reale l’uso delle carte, il saldo, la scadenza e le performance della campagna
  • Compatibilità totale con sistemi di cassa esistenti, loyalty card, CRM, strumenti promozionali

Che tu abbia un solo punto vendita o una rete distribuita, AMoneyGift si adatta alle tue esigenze e ti consente di lanciare una strategia gift card solida, scalabile e sicura.

 

I KPI da monitorare

Quando si implementa una strategia di gift card digitali, è importante misurare i risultati. Alcuni indicatori utili:

  • % di redemption (carte effettivamente utilizzate),
  • valore medio dello scontrino con gift card,
  • incremento del tasso di ritorno clienti,
  • percentuale di nuove anagrafiche acquisite (nel caso di card regalo).

Un sistema come AMoneyPortal di Argentea consente di monitorare questi KPI in tempo reale, ottimizzando le campagne future.

 Le gift card digitali non sono più un semplice benefit accessorio: sono strumenti potenti per fidelizzare i clienti, generare nuovi flussi di cassa, e rafforzare la brand experience, sia in negozio che online. Ma per sfruttarne tutto il potenziale servono strumenti affidabili, integrati e scalabili.

Con soluzioni come AMoneyGift, il retail può finalmente gestire le gift card in modo professionale, sfruttandole non solo come incentivo all’acquisto, ma come parte integrante della propria strategia di marketing e relazione con il cliente.

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AMoneyGift, uno strumento vincente anche in ottica B2B

19/03/2025

AMoneyGift, uno strumento vincente anche in ottica B2B

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

Le gift card, siano esse digitali e fisiche, rappresentano un fenomeno di livello globale come testimoniano i dati di mercato. I numeri dei report su questo segmento non sempre sono univoci. In tutti i casi, però, si parla sempre nell’ordine di “miliardi” di dollari di valore complessivo e di crescita forte in proiezione.

Gift card, un’altra alternativa al cash

Nel caso italiano, l’interesse per le gift card in formato digitale può riflettere anche dinamiche più recenti che si vanno sempre più consolidando. Come testimoniano i numeri sulla crescita dei pagamenti digitali anno su anno, nel nostro paese c’è da tempo maggiore fiducia nella tecnologia in ambito finanziario e relativa adozione di metodi alternativi per le transazioni.

Una gift card sostituisce il pagamento in contanti e la versione digital enfatizza ancor di più l’aspetto innovativo e cashless (le carte possono essere virtualizzate e caricate sui wallet).

Tuttavia, al cuore di questo tool resta il concetto di gift, quindi di regalo.

Sarebbe sbagliato limitarne la lettura alla sfera B2C, laddove la gift card viene donata soprattutto in occasione di feste comandate, compleanni o traguardi raggiunti.

Perfetta per rafforzare la relazione con dipendenti e partner

L’ambito B2B è altrettanto rilevante per sprigionare tutto il potenziale di questo strumento.

Le carte regalo possono infatti costituire il viatico perfetto per raggiungere obiettivi importanti come la motivazione del personale e il rafforzamento della relazione con partner e alleati di business.

Possono essere destinate ai dipendenti come gratifica, ai clienti speciali come omaggio, ai partner commerciali in segno di approvazione e rilancio del rapporto.

La personalizzazione dei tagli, inoltre, permette anche di lanciare qualche messaggio ai dipendenti che la ricevono.

In una logica business, la forza della gift card è declinabile in relazione alle specificità dei diversi player.

Una stessa strategia per obiettivi diversi

Facciamo qualche esempio. Una catena di palestre potrebbe offrire le gift card ai professionisti che godono del bacino di utenti più ampio e fedele o a chi ha contribuito di più a far crescere le membership nel corso dell’anno. L’employee retention si basa ovviamente su dinamiche più strutturate, ma le gift card possono rientrare a pieno titolo in una strategia più generale (specialmente in una logica di continuità dell’erogazione, più che di una tantum…).

Una gift card potrebbe tornare utile anche a un player che vuole coinvolgere il suo pubblico – o soggetti presenti nella sua filiera- in sondaggi e ricerche per migliorare i servizi: un nudge di tipo premiale risulta sempre convincente per spingere le persone a dedicare tempo e attenzione.

Le gift card possono essere utilizzate anche per offrire compensazioni o per risolvere situazioni spinose, che potrebbero spingere l’utente a non rinnovare la sua scelta verso un retailer o un fornitore di beni o prestazioni.

Inoltre, se in ambito B2C la gift card è spesso associata a mancanza di idee, in ambito B2B la scelta di omaggiare con una carta regalo un dipendente o un cliente non è mai casuale.

AMoneyGift, flessibile e personalizzabile

Con la soluzione AMoneyGift, Argentea risponde alle esigenze di chi vuole offrire ai clienti o ai dipendenti una gift card da utilizzare come carta di pagamento in completa sicurezza.

Se per il mercato consumer AMoneyGift offre tagli fissi, per quello business spazio alla personalizzazione.

Argentea, società del Gruppo Zucchetti, emette il codice digitale che i merchant, al fine della vendita, possono eventualmente stampare su un supporto fisico scegliendo in autonomia il layout che preferiscono al momento della stampa, un ulteriore vantaggio in una logica differenziante tra B2B e B2C.

I merchant che si affidano ad Argentea per ottenere il prodotto AMoneyGift possono utilizzarlo per la fornitura ad altre aziende, come carte regalo da vendere nei punti vendita o come premio/strumento di welfare ai propri dipendenti. Personalizzazione dei tagli, del layout e facilità nel tracciamento delle operazioni sono il valore aggiunto di una soluzione che dialoga con grande efficacia sul fronte consumer e su quello business.

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Gift card digitali: come gestirle in modo facile e veloce

10/03/2025

Gift card digitali: come gestirle in modo facile e veloce

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

Le gift card digitali rappresentano “l’evoluzione della specie” per consumatori e retailer.

In principio fu la carta regalo fisica, poi anche in quest’ambito la dematerializzazione ha impresso un cambio di passo.

Gift card digitali: nuova forma, classici vantaggi

Gli obiettivi, per i merchant, tuttavia non mutano. Con la gift card (anche quella digitale) si punta a rafforzare il legame con i clienti e ad acquistarne di nuovi; si incassano, di fatto, pagamenti anticipati per beni o servizi che saranno erogati solo successivamente; si possono incentivare acquisti con una soglia di spesa più alta; si possono accumulare dati e metriche per profilare meglio l’utenza.

Grazie al formato digitale, il merchant evita alcuni costi, connessi a stampa e spedizione, ma non rinuncia alla creatività, scegliendo il layout più accattivante e in grado di far risuonare il brand.

Inoltre, il retailer potrebbe associare la gift card digitale a un’app brandizzata, con cui veicolare altre info e servizi.

La carta regalo, nella gran parte dei casi, è donata da un cliente a un altro soggetto. Tuttavia, un consumatore può usarla anche in prima persona: così facendo, dispone di una cifra che può essere spesa online o in store più volte, trattandosi a tutti gli effetti di una carta prepagata.

Nella famiglia allargata dei pagamenti digitali

Nel formato digitale, le gift card rappresentano un ulteriore strumento per favorire un pagamento contactless e innovativo. I vantaggi logistici sono molteplici:

  • Rispetto alle carte fisiche, quelle digitali non possono essere smarrite e sarà facile averle sempre con sé.
  • In alcuni casi è possibile caricare le gift card nei wallet virtuali, al fine di effettuare pagamenti tramite smartphone o smart watch.
  • La gift card digitale può essere spesa online o in store.
  • In negozio, basterà accostare il dispositivo a un lettore: le gift card digitali possono infatti presentarsi sotto forma di codice a barre o codice Qr.

Il tema è divenuto centrale anche per i player dei sistemi di pagamenti elettronici: nel 2020, ad esempio, Samsung Pay aveva annunciato l’introduzione della nuova sezione Gift Card all’interno dell’app. La funzionalità consentiva ai clienti “di acquistare e regalare le Gift Card direttamente tramite Samsung Pay, includendole nel proprio e-wallet o regalandole ad un altro utente”.

Al passo con i nuovi bisogni

Il retailer deve valorizzare la gift card digitale come mezzo per ampliare il bacino di clienti e offrire ulteriore valore al proprio target, tenendo in considerazione tutti questi aspetti.

Anche su questo fronte, il pubblico ha abbracciato nuove abitudini, che vanno comprese e assecondate partendo dagli strumenti già in uso in negozio.

Le risposte, talvolta, sono già nel software gestionale che può abilitare il rilascio di gift card personalizzate, con l’invio di un barcode da associare al destinatario del dono o a colui che lo acquista.

Il retailer che dispone di un sito può anche consentire al cliente di acquistare online la gift card nella sezione riservata, inserendo il numero di cellulare del ricevente, che via sms o mail otterrà tutte le indicazioni del caso.

Sulla soglia del phygital

Come dimostrato però in altri ambiti, la compresenza di fisico e digitale può investire anche le carte regalo.

Come nel caso di AMoneyGift di Argentea, lo strumento che consente ai retailer di offrire ai clienti una gift card personalizzata (destinata sia alla clientela B2B che B2C).

Uno strumento decisamente versatile: i retailer lo possono utilizzare come premio per i propri dipendenti; per la fornitura ad altre aziende che le richiedono come premio/strumento di welfare; come carte regalo da vendere nei propri punti vendita.

In questo caso, chi la acquista o la riceve, potrà usarla come carta negli store del brand o della catena che l’ha emessa. AMoneyGift è una carta regalo a circuito chiuso (utilizzabile quindi solo sulla rete del merchant che l’ha venduta).

AMoneyGift si pone sulla soglia tra fisico e digitale, in quanto il codice a barre (Ean) emesso da Argentea è virtuale ma il merchant può stamparlo su un supporto fisico: un ulteriore passaggio che però rappresenta un elemento di bond più forte rispetto alla carta virtualizzata, specialmente per un tipo di target più alto o maturo.

Tuttavia, le app che consentono di virtualizzare il codice a barre non mancano e così il vantaggio per chi riceve AMoneyGift può tornare, semplificato, anche sotto forma “digital”.

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GDO e transazioni finanziarie: le soluzioni tecnologiche che rivoluzionano i pagamenti

05/02/2025

GDO e transazioni finanziarie: le soluzioni tecnologiche che rivoluzionano i pagamenti

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

La digitalizzazione sta trasformando profondamente il mondo dei pagamenti, e la GDO non fa eccezione. Nel primo semestre del 2024, il valore delle transazioni digitali con carta in Italia ha raggiunto 223 miliardi di euro, con un incremento dell’8,6% rispetto all’anno precedente. Una crescita trainata dalla diffusione dei pagamenti contactless, che oggi rappresentano quasi il 90% delle operazioni nei negozi italiani.

Tecnologie che semplificano e accrescono l’efficienza

I pagamenti contactless stanno ridefinendo l’esperienza cliente nei punti vendita. La possibilità di effettuare transazioni rapide e sicure, senza inserire il PIN per importi fino a 50 euro, è solo uno dei vantaggi di queste soluzioni. Sempre più diffusi anche i buoni pasto digitali, utilizzati attraverso smartphone con sistemi OTP (One Time Password), che garantiscono transazioni sicure e senza intoppi.

Nel contesto della GDO, è cruciale adottare tecnologie che ottimizzino non solo i processi di pagamento, ma anche la gestione dei dati associati. Grazie ai nostri strumenti, i clienti possono analizzare dettagli come il valore medio delle transazioni, identificare i circuiti più utilizzati e adattare le strategie di convenzionamento. Inoltre, i nostri sistemi semplificano la gestione di più banche, indirizzando automaticamente le transazioni verso quelle con commissioni più favorevoli.

Sicurezza e normative: una priorità

La sicurezza è al centro di ogni sviluppo tecnologico. Le nostre soluzioni sono certificate secondo i più alti standard e vengono continuamente aggiornate per conformarsi alle normative in evoluzione. Ad esempio, abbiamo già sviluppato moduli compatibili con le nuove disposizioni previste dal Ddl Bilancio 2025, che collegherà registratori di cassa e POS, facilitando la trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate.

Il Ruolo di Argentea: partner tecnologico e consulenziale

Come facilitatore tecnologico, Argentea offre soluzioni integrate per semplificare la gestione delle transazioni, eliminando errori manuali e migliorando l’efficienza. Nei supermercati, il nostro software identifica automaticamente quali prodotti possono essere pagati con buoni pasto, gestendo la transazione in modo rapido e sicuro. Questo approccio riduce il carico di lavoro degli operatori e minimizza i margini di errore.

Le nostre tecnologie, come il portale AMoney, consentono una visione completa e dettagliata di tutte le transazioni, offrendo dati utili per analizzare le tendenze e prendere decisioni strategiche. Con noi, i clienti possono contare su un supporto completo, dall’implementazione all’adeguamento normativo, per affrontare con successo le sfide del mercato.

 

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Come effettuare uno storno pagamento Pos in pochi minuti

08/01/2025

Come effettuare uno storno pagamento Pos in pochi minuti

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

Succede forse di rado, ma lo storno di un pagamento Pos è nell’ordine delle cose quando in ballo c’è relazione tra commerciante e cliente.

Anche nell’ambito dei pagamenti cashless, lo storno può tornare utile per correggere una transazione che non è avvenuta nei termini attesi e che quindi va, letteralmente, “volta all’indietro” (questo il significato del verbo stornare).

Prima di entrare nel merito, spiegando come, quando e perché eseguire la procedura, è bene chiarire cosa sia uno storno, concetto che a volte si sovrappone con quello di rimborso o di annullamento della transazione.

Storno pagamento Pos​: di cosa si tratta

L’obiettivo dello storno è sostanzialmente simile al rimborso, ovvero riaccreditare l’importo di una transazione contabilizzata sullo strumento di pagamento usato dal titolare. Tuttavia, la richiesta di un rimborso non ha necessariamente a che fare con una transazione errata. Il consumatore, infatti, può richiederlo quando non è soddisfatto del prodotto o se quest’ultimo non è conforme, quindi, anche nei casi in cui la transazione all’origine è formalmente corretta.

L’annullamento, d’altra parte, può avvenire subito dopo l’autorizzazione, a impedire che l’elaborazione vada a buon fine.

Diverso invece il caso in esame, quello dello storno. Si tratta, prendendo in prestito la definizione del glossario di Websim, di “una modifica contabile che annulla una transazione precedente”. In altre parole, una registrazione contabile “che sostituisce l’importo originariamente registrato con un nuovo importo, risultante dalla somma delle due operazioni”. Lo storno, prosegue ancora il glossario, “può essere usato in diversi modi, come ad esempio per modificare una transazione precedente, correggere un errore contabile o sostituire una transazione con una nuova”.

Tra le tipologie di operazioni di pagamento che possono essere oggetti di storno rientrano i pagamenti tramite Pos, ma anche fatture elettroniche, bonifici, scontrini, ecc. Lo storno può essere totale o parziale e può essere effettuato anche su una transazione pre-autorizzata.

Nella vita di un retailer è un evento tra i molti da gestire, ma anche da non sottovalutare.

Come effettuare lo storno pagamento su Pos

Restiamo nell’ambito del retail fisico, quindi del commercio in store, e delle transazioni che avvengono in modalità cashless, pagamenti effettuati con carta di credito, debito o prepagata, o metodi di pagamento alternativi. Nel momento del checkout, digitando la cifra sul Pos, si può verificare un errore di addebito, a causa di una cifra maggiore o minore dell’importo di un prodotto o di un doppio addebito fortuito.

Eseguita la transazione, e identificato l’errore, può essere necessario effettuare uno storno.

Ma da dove partire per risolvere il problema?

Ovviamente dal Pos stesso, che consente al merchant di gestire il transato.

Monitorare le transazioni effettuate e il loro stato è un compito che spetta in generale all’esercente, per avere sotto controllo tutto quello che avviene nel suo business. Accedendo alla lista delle transazioni, attraverso l’applicazione collegata al Pos e/o attraverso il terminale con il tasto apposito (es: menù), il retailer potrà accedere nella sezione dove è possibile consultare l’elenco dei movimenti e filtrare le informazioni per categoria o stato delle transazioni ed effettuare lo storno.

L’operazione si può concludere con la stampa di una ricevuta che conferma l’avvenuta operazione di storno, da dare per sicurezza al cliente.

Il registro del terminale Pos, aggiornato, rifletterà la cancellazione della transizione e come tale apparirà nella sezione transazioni.

Quale pagamento si può stornare?

Ma è possibile stornare qualsiasi pagamento, o solo il più recente in ordine temporale?

Non è possibile generalizzare, perché i Pos, come noto, non sono tutti uguali. Stornare l’ultimo pagamento ricevuto è, in linea di massima, consentito con più facilità e, nel farlo, il retailer dovrà seguire intuitivamente le indicazioni che offre il terminale.

Bisogna tuttavia operare con metodo, perché si tratta di un’operazione non reversibile una volta effettuata.

E le operazioni precedenti? Possono essere stornate, ma non sempre in modo semplice e automatico. In alcani casi, sarà possibile farlo direttamente da Pos, in altri bisognerà contattare la banca.

Lo storno è una procedura utile come ultima spiaggia ma, va da sé, conviene sempre fare attenzione al momento del checkout, così che non ce ne sia bisogno. Il pagamento, tanto più quando avviene in store, è un processo da effettuare in maniera semplice e affidabile. La ripetizione di una procedura non mette il consumatore a suo agio e genera insicurezza, pur sapendo che i dati sono protetti  e i soldi torneranno alla base. Insomma, meglio che sia “buona la prima”.

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Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

17.12.2024

Pagamento con carta fedeltà: incentiva la fidelizzazione dei tuoi clienti

Per milioni di consumatori, la carta fedeltà è un mezzo per ottenere vantaggi, ma anche per testimoniare una più forte predilizione verso un brand o un’attività di retail.

Sconti, premi, coupon sono ambiti in tutti i settori commerciali, ecco perché la carta fedeltà è ancora oggi una leva di marketing molto forte. Ma le potenzialità di questo strumento non finiscono nella fidelizzazione per ottenere benefit.

I programmi di loyalty possono infatti intercettare le trasformazioni che interessano l’ecosistema dei pagamenti.

Se evoluzione fa rima con integrazione: il pagamento con carta fedeltà 

In che modo? Diventando veri e propri tool per effettuare transazioni e quindi uno strumento per una customer experience più semplice, personalizzata e conveniente nella fase di check-out.

A consentire questa trasformazione è ancora una volta lo smartphone, sempre più un portafoglio digitale che custodisce dati di ogni tipo, compresi quelli relativi alle carte fedeltà. Anche queste ultime, infatti, sono sempre più digitali e possono anche essere archiviate tutte in una stessa applicazione: un ottimo metodo per averle sempre con sé e non smarrirle.

L’integrazione tra programmi di fidelizzazione e pagamenti non è un tema nuovo in sé. Basti pensare che un decennio fa aveva fatto notizia il volume delle transazioni via mobile app di un importante brand statunitense del settore horeca. Per molti clienti, in store, l’intero ciclo di pagamento avveniva attraverso l’applicazione del marchio. Gli importi venivano dedotti dal conto collegato alla card utente, presente in versione digitale all’interno dell’applicazione.

Questa evoluzione in termini di integrazione è stato promosso negli scorsi anni anche da chi, in prima battuta, ha lanciato applicazioni per consentire ai consumatori di virtualizzare le proprie carte fedeltà. In tal caso l’utente otteneva dal servizio una carta di credito virtuale ricaricabile via bonifico e automatizzata con soglie predefinite ai fini della spesa.

Un esempio piuttosto lampante dell’importanza di dotare i clienti di soluzioni evolute a portata di smartphone.

I vantaggi del pagamento con carta fedeltà 

Sbloccare il potenziale tecnologico delle carte fedeltà, sganciandole da funzioni classiche ma limitate, è vantaggioso sia per i merchant che per gli utenti.

Tra i buoni motivi per scommettere sull’integrazione, procedure di pagamento più rapide e snelle, maggiore fidelizzazione del consumer, aumento delle vendite.

Ma come pagare con la carta fedeltà? (H2)

Pagare con la carta fedeltà è possibile grazie a soluzioni come AMoneySmart di Argentea. In questo modo, le attività commerciali possono accettare pagamenti direttamente da smartphone da parte del cliente che, registratosi al servizio, associa la sua carta di credito alla fidelity card. Agli acquisti successivi potrà così mostrare solamente la fidelity e confermare il proprio pagamento con un semplice tap sullo smartphone.

Al termine dell’operazione, il cliente avrà conferma via mail della ricevuta transazione. Potrà anche impostare limiti di spesa mensile, per ponderare meglio le uscite.

Premiare la fedeltà con l’innovazione 

Unendo le funzioni del sistema fidelty con le potenzialità di interazione dello smartphone, il servizio non solo offre una nuova opzione per pagare comodamente, ma aiuta anche il merchant a migliorare la gestione dei clienti.

Scommettere su un approccio più evoluto ai programmi di fidelizzazione farà felici gli utenti, che sono sempre più abituati alla sintesi: lo stesso device per fare più operazioni, un solo ecosistema dove controllare più informazioni (dalle spese ai vantaggi accumulati, ad esempio).

Spetta quindi al retailer, per migliorare la sua immagine, andare oltre una visione standard della carta fedeltà, cogliendo le giuste occasioni per ampliare il range delle funzionalità connesse a questo tool, grazie anche a uno strumento semplice da usare e da implementare con il Pos.

Un’opzione perfetta per i contesti commerciali dove gli acquisti reiterati sono la norma, e tanto più, la fedeltà va protetta e incentivata.

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Come risparmiare sulle commissioni con il Pos senza banca

29.11.2024

Come risparmiare sulle commissioni con il Pos senza banca

29.11.2024

Come risparmiare sulle commissioni con il Pos senza banca

In passato il concetto di Pos senza banca poteva apparire utopico. Ma ad oggi c’è piena consapevolezza che il Point of sale può essere fornito da un istituto bancario, ma anche da una società indipendente.

Nell’immaginario comune i Pos della banca sono quelli usati negli esercizi commerciali grandi, con fili, collegati al telefono e strettamente connessi all’istituto di credito nel quale il retailer dispone già del suo conto.

In realtà, è una visione che rischia di non tenere il passo con il presente. Non solo esistono terminali Pos di ultima generazione messi a disposizione dalle banche, ci sono sul mercato soluzioni molto più innovative, che consentono ad esempio di trasformare tablet e smartphone in terminali di pagamento, senza hardware supplementare.

Le differenze tra Pos con banca e Pos senza banca 

Tornando a parlare di Pos, inteso come terminale anche hardware, possono essere definiti senza banca quei dispositivi mobili (lettori di carta, ndr), non vincolati da una linea fissa o remota, che funzionano con connessione internet Wi-Fi o con SIM, e che consentono di accettare transazioni in contesti diversi (dal chiosco dell’edicola alla fiera di paese, dal negozio allo studio del libero professionista).

Rientra nell’accezione “senza banca” anche un Pos fornito da una società indipendente che consenta di accettare tutti i pagamenti elettronici e che permette di attivare più profili bancari su cui instradare i pagamenti (come AMoneyPay di Argentea).

I Pos senza banca non richiedono inoltre l’apertura di conti dedicati, quindi già a monte azzerano questo tipo di costo.

Quando si decide di adottare un Pos, bisogna valutare la tipologia di business che si conduce, e le esigenze anche in termini di spese, tanto più se a compiere la scelta è un piccolo retailer.

Quali sono i costi a cui guardare?

Sicuramente quelli legati alle commissioni per transazioni, ma anche i canoni mensili o annuali per utilizzare il terminale. Quest’ultimo infatti può essere noleggiato, e va manutenuto e aggiornato anche al fine di garantire la sicurezza dei dati e la correzione di anomalie.

Da mettere in conto ci sono anche eventuali spese legate al recesso o alla disinstallazione.

Infine, occhio anche al tema commissioni, laddove vengano effettuate transazioni con carte emesse da istituti esteri, e alla presenza di vincoli di transazione minima mensile.

Pos senza banca o no: come scegliere

L’errore da non fare, quando si sceglie un Pos, è generalizzare: bisogna mettere a confronto le offerte dei singoli fornitori (banche comprese), al fine di avere un quadro esaustivo che tenga conto di costi di installazione, canone mensile, commissioni percentuali sul transato, costi di disinstallazione, costi per storno, ecc.

Certo, che il tema commissioni in ambito bancario esista è un dato di fatto. Non a caso, l’ABI (Associazione Bancaria Italiana), nel luglio del 2023, ha definito assieme ad altri soggetti un “Protocollo d’intesa per la mitigazione, la maggiore comprensibilità e comparabilità dei costi di accettazione di strumenti di pagamento elettronici”.

Nello specifico, l’ABI e l’APSP (Associazione Italiana Prestatori di Servizi di Pagamento) si impegnavano a invitare i propri associati a promuovere iniziative commerciali nei confronti degli esercenti, per ridurre l’impatto dei costi delle transazioni di basso valore, cioè di importo non superiore a 30 euro.

In particolare, “tali iniziative commerciali dovrebbero essere significativamente competitive per quanto riguarda le transazioni di importo unitario almeno fino a 10 euro” scriveva l’ABI.

Nel confronto tra Pos, il tema costi non è irrilevante e potrebbe far propendere l’esercente, soprattutto il piccolo retailer, per quello senza banca laddove si vogliano evitare i costi fissi di gestione (contando anche che i lettori di carta generalmente si comprano, non si affittano).

I costi di transazione esistono anche nei Pos senza banca, ma in questo caso la valutazione va fatta confrontando i singoli provider.

Anche il tema dell’assorbimento delle spese legate al Pos è rilevante. Ma, laddove non ci fossero volumi di transazioni importanti, perché non scegliere soluzioni più vantaggiose senza banca?

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