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L’esperienza vale (quasi) quanto il prodotto

21.12.2022

L’esperienza vale (quasi) quanto il prodotto

21.12.2022

L’esperienza vale (quasi) quanto il prodotto

Valori, integrità e fiducia nel brand incidono in misura sempre maggiore sulle decisioni d’acquisto

Per gli acquirenti, la relazione con il servizio clienti e l’assistenza è diventata fondamentale. Rispetto al periodo pre-pandemia, il 59% degli Italiani ha dichiarato di fare shopping in modo nuovo: lo attesta la quinta edizione del rapporto “State of the Connected Customer” redatto da Salesforce. L’87% degli intervistati sostiene che in tempi di cambiamento il valore della fiducia è ancora più importante.

La ricerca rileva che per l’89% dei consumatori  l’esperienza offerta da un’azienda è importante tanto quanto i suoi prodotti e servizi. E la percentuale sale tra la generazione dei Millenial, attestandosi al 92%. Di fatto, gli scambi tra clienti e brand sono diventati più vari e sostanziali. Il coinvolgimento è “digital-first”, ma oggi le aziende puntano a integrare i dati delle interazione online e offline per fornire un’esperienza il più possibile personalizzata.

Data la grande quantità di informazioni che vengono raccolte nel corso delle interazioni, il 73% dei consumatori dà per scontato che le aziende valutino con attenzione le loro esigenze individuali. Si tratta, però, di un rapporto di fiducia, ancora, molto da conquistare. I dati infatti dicono che l’83% dei consumatori italiani nell’ultimo anno ha cambiato brand per i propri acquisti e che soltanto il 43% ha dichiarato di fidarsi delle ditte dove effettua compere.

In particolare, nei prossimi tre anni il 59% degli Italiani si aspetta di fare più ricorso ai metodi di pagamento contactless, mentre il 52% prevede di fare più acquisti tramite i social media. Un discorso percentualmente ancora più elevato per i Millenial (56%) e la GenZ (61%).

Per soddisfare queste aspettative, diverse realtà hanno scelto di rivolgersi a soluzioni digitali. In momenti come questo, fatti di transizione e cambiamento, dare una risposta alle esigenze dei clienti è basilare. Analizzando i bisogni dei consumatori si possono aumentare le vendite, investire nei servizi di assistenza e costruire con chi acquista un rapporto fondato sulla reale fiducia.

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Cybersecurity? Nell’e-commerce è una priorità

21.12.2022

Cybersecurity? Nell’e-commerce è una priorità

21.12.2022

Cybersecurity? Nell’e-commerce è una priorità

Una ricerca evidenzia che i merchant sono consapevoli dei rischi informatici e vogliono proteggersi

La sicurezza digitale prima di tutto.  In Italia 2 operatori dell’e-commerce su 5, il 44%, dichiarano di essere stati vittima di almeno un cyber attacco dal momento in cui hanno aperto il loro e-store. È quanto emerge da una ricerca condotta da Prestashop, che evidenzia come i merchant italiani siano in buona parte consapevoli dei rischi digitali e considerino prioritario investire nella cybersecurity.

L’indagine mette in luce che un terzo degli operatori e-commerce intende impiegare risorse economiche per mettersi al riparo dagli attacchi digitali. In molti vorrebbero affrontare le insidie cyber internamente, ma i budget limitati e l’assenza di competenze portano 8 merchant su 10 a optare per l’esternalizzazione dei servizi di protezione e sicurezza.

Fortunatamente, per la maggior parte degli operatori e-commerce italiani, le perdite finanziarie dovute agli attacchi cyber non sono state ingenti. Tuttavia, diversi hanno scelto di difendersi tramite la protezione dei pagamenti (100%), la creazione di backup (80%) e la tutela dei dati personali (80%). In generale, tutti puntano a soluzioni di cybersecurity che non incidano sulla semplicità e la fruibilità dell’esperienza di acquisto.

Gli assalti cyber affrontati dai merchant italiani hanno riguardato bot dannosi, attacchi ai server DNS, DDoS e SQL, injection, ransomware e uso fraudolento del nome del dominio. Soltanto 1 attacco su 4 ha richiesto più di un’azione per essere risolto. Rispetto al resto del mondo, dove il 20% degli attacchi informatici vengono risolti in meno di un’ora, in Italia nessun danno è stato risolto in questo tempo: il 25% ha impiegato mezza giornata, un altro 25% quasi una settimana per eliminare i danni.

Quali le soluzioni approntate? Il 50% dei merchant italiani ha scelto di installare le patch di sicurezza mancanti, mentre il 25% ha deciso di reinstallare il backup. Non sono stati pagati riscatti per fermare il cyber attacco, così da non incentivare ulteriori azioni fraudolente.

e-commerce e cybersecurity
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Pagamenti digitali in Europa, qual è la situazione?

30.11.2022

Pagamenti digitali in Europa, qual è la situazione?

30.11.2022

Pagamenti digitali in Europa, qual è la situazione?

L’Italia presenta grandi margini di crescita secondo la Bce

L’utilizzo dei pagamenti elettronici in Italia è in forte aumento, ma in alcune aree italiane ha bisogno di crescere con un ritmo più alto per raggiungere i livelli degli altri Paesi europei. Negli ultimi anni, del resto, pagare è diventato sempre più semplice, grazie a sistemi elettronici sicuri, rapidi ed economici.

Grazie ai dati della Banca Centrale Europea (gli ultimi dati aggiornati sono del 2020) possiamo fare un confronto a livello internazionale. Come prima cosa, vediamo che nell’Eurozona le donne sono più inclini a pagare in contanti, ma anche i più giovani (18-24) rispetto alle persone con età tra 25 e 54 anni. Solo il 19% dei laureati preferisce i contanti, contro il 26 per cento di coloro che hanno un diploma e il 36 per cento di coloro che hanno la licenza media.

Gli italiani continuano hanno grandi margini di miglioramento su questo fronte: secondo la Bce nel nostro Paese avvengono in contanti l’82% del numero delle transazioni e il 58% del loro valore. Solo la Spagna, tra le principali economie europee, registra valori più alti. Persino la Germania mostra una chiara preferenza per il contante (77 per cento delle transazioni e 51 per cento del valore), a differenza della Francia (dove i valori sono rispettivamente 59 e 25 per cento).

Tra il 2016 e il 2020 il numero e il valore delle transazioni in contanti in Italia è comunque diminuito. Anche se negli altri stati dell’Eurozona, però, il calo è stato più evidente: il numero è sceso del 5,8% contro il 3,7% del nostro paese. Il loro valore, invece, è sceso dell’11 per cento circa in Italia, contro un 5,6 per cento nell’Eurozona. All’interno del Paese, si deve rilevare che il Centro-Sud è più propenso a utilizzare i contanti, sia in termini di valore che di numero delle transazioni.

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L’accelerazione dei pagamenti digitali al ristorante

30.11.2022

L’accelerazione dei pagamenti digitali al ristorante

30.11.2022

L’accelerazione dei pagamenti digitali al ristorante

Nei primi 6 mesi del 2022 le transazioni sono cresciute dell’85,9%

Crescono i pagamenti digitali degli italiani. Anche al ristorante. Secondo le rilevazioni del Digital Payments Monitor di Worldline Merchant Services Italia la ristorazione nel primo semestre 2022 ha fatto registrare un +111,5% in volumi e un +85,9% di transazioni rispetto al 2021. Il settore dell’hôtellerie, per restare nell’ambito Horeca, ha registrato un +184,7% sui volumi un +155,9% sul numero di transazioni rispetto al 2021.

Più in generale i pagamenti con carte italiane in tutti i settori hanno infatti registrato un aumento dell’11,8% nel primo semestre 2022 rispetto al corrispondente periodo del 2021 e del 9,3% in confronto alla prima metà dell’anno del 2019, rispetto quindi al periodo pre-Covid. Da notare che il 2022, in confronto al 2019, ha avuto una accelerazione nel mese di maggio rispetto al 2021.

Il Digital Payments Monitor ha anche rilevato l’andamento dei pagamenti digitali complessivi in alcune importanti regioni italiane del Nord e Centro Italia. Lombardia, Veneto e Toscana hanno mostrato aumenti di volumi in maniera sostanzialmente omogenea nei confronti del primo semestre 2021, facendo registrare rispettivamente +12,9%, +13,5%, +17,2%.

Se, invece, facciamo il confronto con il 2019 in alcune regioni come l’Emilia-Romagna (quasi +25%), la Puglia (+23%), il Trentino-Alto Adige (+25% vs. 2019 e +39,8% vs. 2021) e la Liguria, (+16,7% vs 2019 +19,9% vs 2021). In negativo, invece, risalta la Sicilia con un -0,9% rispetto al 2021.

Per quanto riguarda, invece, le carte estere, l’osservatorio di Worldline Merchant Services Italia rivela che nel complesso il livello di pagamenti digitali in Italia resta ancora sotto il livello pre-pandemia, anche se ci sono dei segnali positivi per alcune categorie di turisti, come ad esempio inglesi e americani.

Fonte:  Worldline Merchant Services Italia

pagamenti digitali dati
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Più semplice, veloce e intuitiva: ecco la nuova versione di AMoneyPortal

28.10.2022

Più semplice, veloce e intuitiva: ecco la nuova versione di AMoneyPortal

28.10.2022

Più semplice, veloce e intuitiva: ecco la nuova versione di AMoneyPortal

Lo strumento di Argentea per migliorare la performance del punto vendita si rinnova!

AMoneyPortal si trasforma: sarà più semplice, veloce e intuitivo. Del resto, il team Argentea ha dimostrato ancora una volta di saper evolvere e adattarsi al contesto.

Il nuovo portale ha visto il team di sviluppo impegnato sia in un lavoro di restyling per rendere la consultazione ancora più intuitiva, sia in una importante riprogettazione di alcune funzionalità. L’obiettivo resta il medesimo: semplificare il lavoro di chi utilizza AMoneyPortal.

Dal 31 ottobre 2022 dal link di accesso al portale, scoprirete una nuova interfaccia pensata per rendere il lavoro più semplice, veloce e intuitivo e ottimizzato per tutti i device. I link, gli accessi al portale e la possibilità di consultare lo storico dell’anno in corso e di quello precedente resteranno comunque invariati.

La grande evoluzione riguarda il motore di instradamento multi-banca delle transazioni: sarà infatti possibile poter configurare l’instradamento delle carte, non solo per circuito (MasterCard, Visa, Bancomat, Maestro), bensì anche per tipologia di carta (MasterCard debito, MasterCard credito, Visa credito, Visa debito, Commercial, Consumer,…) .

Rimane invariata la possibilità di aggiungere gli instradamenti per fascia di importo, fascia oraria e giorno della settimana.

Grazie a questo nuovo strumento, il Merchant riuscirà ad ottenere una maggiore ottimizzazione delle commissioni sulle transazioni.

AMoneyPortal
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Svolta cashless: i locali che vietano i contanti

28.10.2022

Svolta cashless: i locali che vietano i contanti

28.10.2022

Svolta cashless: i locali che vietano i contanti

A Milano una catena di pasticcerie ha seguito questo esempio, si paga solo con bancomat, carte e app

Completamente cashless. É la svolta realizzata da un numero sempre crescere di punti vendita. Ma che cosa significa essere cashless?

Semplice: accettare pagamenti solo attraverso bancomat, carte e app. Niente contanti, mai.

L’ultima attività a seguire questo esempio è stato una catena di pasticcerie presente a Milano con quattro punti vendita e altri due previsti in apertura entro la fine dell’anno. Nei punti vendita di Baunilla i contanti non sono ammessi, senza eccezioni: è possibile effettuare pagamenti esclusivamente tramite carte di credito, bancomat e Satispay per qualunque acquisto, dalle brioche al caffè, dai pasticcini alle torte.

Nei piani dei fondatori di Baunilla l’abolizione dei contanti è solo un primo passo verso la completa digitalizzazione del brand per garantire sempre maggiore efficienza, sicurezza, trasparenza e velocità ai nostri clienti. Altre aziende a Milano avevano già adottato questa politica a Milano e sicuramente non mancheranno i nuovi esempi nei prossimi mesi.

La svolta cashless non è però piaciuta a tutti e sulla pagina Facebook di Baunilla sono arrivati anche commenti critici di clienti che chiedono la possibilità di poter usare i contanti. I titolari, però, rispondono che numerosi clienti, trascorse alcune settimane dall’apertura, si dichiarano soddisfatti della scelta e sono impressionati dalla comodità di questa soluzione.

 

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La rivoluzione del quick commerce

28.10.2022

La rivoluzione del quick commerce

28.10.2022

La rivoluzione del quick commerce

Il fenomeno del quick commerce si sta diffondendo sempre di più. Ma di cosa si tratta?

Il quick commerce è un insieme di servizi che permettono di consegnare la merce a chi l’ha ordinata nel giro di pochissimo tempo: l’obiettivo è assicurare al consumatore un’esperienza più veloce possibile. Il q-commerce si è diffuso all’inizio soprattutto tra i beni di largo consumo, ma si sta espandendo anche in altri settori merceologici come beauty, tecnologia o, ad esempio, il commercio di fiori.

Per garantire i propri servizi il quick commerce ha bisogno di una rete di magazzini a livello locale in aree limitrofe a quelle d’acquisto. La consegna dei prodotti avviene, quindi, in tempi rapidi per la vicinanza ai magazzini logistici o per l’uso di mezzi come e-bike, scooter elettrici o biciclette.

Questi servizi, quindi, nascono per offrire ai clienti piccole quantità di prodotti in tempi rapidissimi, recapitati ai clienti dove ne hanno bisogno. Gli utenti stanno cambiando le loro abitudini di acquisto e iniziano a considerare prioritari sempre di più la rapidità, il servizio o l’attenzione al cliente, rispetto ad un possibile sconto o invio gratuito.

Dall’inizio del 2020, le restrizioni imposte a causa della pandemia Covid-19 hanno dato un forte impulso al q-commerce, consentendo ai rivenditori di rimanere operativi attraverso le consegne rapide a domicilio. Ma vediamo i dati disponibili sul tema.

Secondo un rapporto di Coresight Research di fine 2021 il quick commerce genererà tra i 20 e i 25 miliardi di dollari di vendite al dettaglio negli Stati Uniti quest’anno. Il mercato è in rapida crescita anche in Medio Oriente e Nord Africa, aree in cui rappresentava un giro d’affari di 9 miliardi di dollari nel 2020. Inoltre, secondo le previsioni di Statista, il mercato crescerà del 24% tra il 2020 e il 2024 per raggiungere 20 miliardi di dollari.

Anche in India il mercato del commercio rapido è destinato a toccare i 5,5 miliardi di dollari entro il 2025 con una crescita di 15 volte. Un esempio che viene seguito anche dalla Cina secondo la società di consulenza RedSeer. In Europa, invece, la situazione sembra essere leggermente diversa, con circa 10 marchi della grande distribuzione che si contendono un mercato ancora molto legato alle grandi insegne.

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Coinvolgente, interattivo e social: i motivi del successo del livestream shopping

28.09.2022

Coinvolgente, interattivo e social: i motivi del successo del livestream shopping

28.09.2022

Coinvolgente, interattivo e social: i motivi del successo del livestream shopping

La formula, esplosa durante la pandemia, aggiunge alle “vecchie” televendite le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali

La necessità aguzza l’ingegno, e la pandemia costituisce un ottimo esempio di tutto ciò. I negozi, costretti a lunghi periodi di chiusura o ad aperture con pesanti limitazioni, hanno dovuto giocoforza puntare su forme di vendita alternative per riuscire a salvaguardare il proprio giro d’affari. L’esempio più lampante è il potenziamento dei canali di ecommerce. Ma in alcuni casi si è assistito alla nascita da zero (almeno nel mondo occidentale) di nuove modalità di vendita che promettono di continuare a espandersi anche una volta superata l’emergenza Covid.

Tra gli esempi più evidenti c’è il cosiddetto livestream shopping (o live commerce), una formula di vendita che è riuscita a combinare il vecchio format delle televendite con le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali e dai social network. In sostanza, le aziende promuovono i propri prodotti attraverso dimostrazioni live svolte da celebrità, influencer e creator che testano in tempo reale beni o servizi mettendone in luce caratteristiche, vantaggi e motivi per acquistarli.

Il punto di forza di questa strategia sta nel suo essere interattiva, riuscendo a coinvolgere il potenziale cliente in un’esperienza di acquisto simile a quella tradizionale in un negozio fisico. Il consumatore infatti può porre domande in tempo reale al testimonial o all’azienda stessa, chiedere approfondimenti o chiarimenti riguardo ad alcuni dubbi, entrare in una vera e propria community con gli altri utenti interessati a uno specifico prodotto. Tutti fattori, questi, che aggiungono coinvolgimento alla customer experience online e invogliano l’utente finale a procedere all’acquisto.

Grazie a queste potenzialità, in gran parte ancora inesplorate, il livestream shopping si sta affermando come nuovo modello di marketing da integrare in una strategia di ecommerce a 360 gradi, capace di far catturare potenziali clienti in tempo reale. Anche in questo caso, è stata la Cina a fare da battistrada: il livestream shopping è nato nel 2016 nel “gigante asiatico” e la sua crescita è stata inarrestabile, tanto che si stima che nel 2023 le vendite tramite questo canale rappresenteranno circa un quarto di tutto il giro d’affari dell’ecommerce.

Come già accennato, la pandemia ha portato a un’esplosione del fenomeno prima negli Stati Uniti e poi anche in Europa. Negli Usa le stime di Coresight Research parlando di un giro d’affari destinato a passare dai 6 miliardi di dollari del 2020 ai circa 35 del 2024. Nel Vecchio Continente invece l’incremento degli acquisti livestream nel 2021 è stato addirittura dell’86%, superiore alla media globale che si è attestata al 76%.

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La rivoluzione dei digital wallet è appena iniziata

28.09.2022

La rivoluzione dei digital wallet è appena iniziata

28.09.2022

La rivoluzione dei digital wallet è appena iniziata

Portafogli digital per fare acquisti. Ecco la definizione di digital wallet, strumenti alternativi al contante utili per effettuare pagamenti da più dispositivi. Si stanno diffondendo sempre di più anche in Italia.  

Nel mondo nel 2021, i digital wallet hanno rappresentato il 48,6% del valore delle transazioni di e-commerce a livello globale, per un valore di circa 2,6 miliardi di dollari. Si prevede che l’uso dei portafogli digitali salirà al 52,5% del valore delle transazioni nel 2025. Lo dicono i dati della ricerca The Global Payments Reports di Wordpay.

L’uso dei mobile wallet, con i quali si può pagare con il proprio smartphone e le appicazioni Pos, sta aumentando in tutto il mondo. La quota dei mobile wallets nelle transazioni Pos globali ha superato il 21% su base annua nel 2021, vale a dire ad oltre 13,3 miliardi di dollari.

I dati italiani, invece, ci dicono che i digital wallet sono il metodo di pagamento preferito per gli acquisti online e rappresentano il 33,6% del valore delle transazioni eCommerce. Si prevede che le quote di mercato delle carte di credito (23,9%) diminuiranno fino al 2025, mentre è previsto un leggero aumento delle carte di debito rispetto a una quota del 7,6% nel 2021.

I digital wallet possono diventare anche strumenti di servizio utili ai cittadini. Una ricerca di Thales mostra che due terzi degli europei sono pronti a mettere i loro documenti (patente di guida, carta di identità, passaporto, ma anche diplomi e attestati) nei digital Id wallet. C’è comunque chi preferisce  mettere sui cellulari le foto o le scannerizzazioni dei documenti cartacei.

In Italia la percentuale sale al 75%, gli italiani sono secondi solo alla Francia, dove gli entusiasti pronti ad accogliere il digital wallet dell’identità personale sono l’85%. In ogni caso, i digital wallet diventano sempre di più uno strumento centrale nelle esperienze delle persone: la rivoluzione, come dimostrano le aspettative di crescita di questi strumenti, è solo iniziata.

 

 

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Pagamenti con QR Code, un successo destinato a crescere

28.09.2022

Pagamenti con QR Code, un successo destinato a crescere

28.09.2022

Pagamenti con QR Code, un successo destinato a crescere

Argentea si prepara ad integrare, all’interno del Modulo Alternative Payments, l’applicazione Bancomat Pay

I sistemi di pagamento digitali continuano ad evolversi, puntando su tecnologie sempre più comode da utilizzare e veloci, senza però trascurare il fondamentale aspetto della sicurezza per il consumatore. Tra le tipologie che stanno incontrando sempre maggior successo c’è il pagamento attraverso il QR Code. Nato a metà anni 90 principalmente per l’utilizzo nell’ambito della gestione del magazzino, il Quick Response Code (ovvero codice a risposta rapida) ha trovato piena cittadinanza in una quantità crescente di campi, compreso quello delle transazioni digitali. Il successo del QR Code rispetto al tradizionale codice a barre è legato a diversi fattori, tra i quali: la capacità di conservare un maggior numero di dati; la possibilità di venire scansionato anche tramite uno schermo e di funzionare anche se parte del codice è danneggiato; la maggior sicurezza delle informazioni, che possono essere criptate.

Il pagamento “virtuale” tramite QR Code in un punto vendita avviene principalmente tramite due modalità. Nel primo caso, il cliente apre l’app dedicata ai pagamenti QR e inquadra l’ormai ben “quadratino” con il codice esposto in cassa, digitando poi l’importo dovuto e attendo la conferma di avvenuta transazione transazione da parte dell’esercente. L’altra via, proposta da alcuni servizi di pagamento, prevede la generazione di un QR Code contenente i dati della propria carta di credito: in questo caso è l’esercente a scansionare il codice del cliente per completare la transazione.

L’utilizzo del QR Code però è sempre più diffuso anche per altre tipologie di transazioni, come il pagamento dei bollettini PagoPA. I vantaggi per l’utente sono notevoli soprattutto in termini di risparmio di tempo.

Studi e ricerche di mercato indicano che il QR Code è destinato, nel giro di pochi anni, a diventare uno dei metodi di pagamenti più comuni, sulla scia del crescente successo dei digital wallet.  Secondo il dossier di Juniper Research dal titolo “Digital Wallets: Market Forecasts, Key Opportunities and Vendor Analysis 2022-2026”, a livello globale gli utenti che utilizzeranno i digital wallet passerà dagli attuali 3,4 miliardi a oltre 5,2 miliardi nel 2026, con un aumento del 53%. In questo boom la parte del leone la farà proprio il QR Code: Juniper Research stima 380 miliardi di transazioni globali nel 2026 (ovvero circa il 40% di tutte le transazioni) e sottolinea l’importanza, per i fornitori di servizi di pagamento con QR Code, di integrare funzionalità di fidelizzazione del cliente e capacità di marketing personalizzate.

Già oggi in Cina la sola app AliPay dedicata ai pagamenti QR supera 1 miliardo di utenti, tracciando un trend che promette di prendere piede a breve anche in Italia. E proprio in questa direzione di sta muovendo anche Argentea, realtà che crede nell’evoluzione dei sistemi di pagamento in quanto il loro utilizzo facilita e semplifica la user experience del cliente al momento del check-out. Proprio in linea con questo trend, Argentea durante i prossimi mesi si occuperà di integrare, all’interno del Modulo Alternative Payments, l’applicazione Bancomat Pay, metodo di pagamento digitale sempre più diffuso e sicuro tramite smartphone.

Per l’integrazione del Modulo Alternative Payments, sempre nell’ottica di offrire al cliente una user experience più immediata e veloce, Argentea di occuperà di creare QR Code dinamici, indice di un sistema tecnologicamente evoluto e all’avanguardia, grazie al coinvolgimento durante il processo di check-out del terminale POS.

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