28.04.2022

Pmi e retail, la nuova sfida si chiama coopetition

28.04.2022

Pmi e retail, la nuova sfida si chiama coopetition

Un approccio duplice, che sta a metà tra la competizione e la cooperazione. La “coopetition” è un nuovo modo di stare sul mercato puntando non solo alla competizione ma anche alla cooperazione.

In un contesto di mercato attraversato da imprevedibili evoluzioni geopolitiche come dal caro energie e da due anni di pandemia, lo scenario di business contemporaneo pretende un’attitudine precisa. Per Sandro Castaldo, professore all’Università Bocconi, intervenuto a inizio aprile al Marketing & Retail Summit 2022, l’ingrediente essenziale è la “coopetition“, una riuscita sintesi tra cooperazione e competizione per allargare il bacino di mercato e non dover arrivare ad una spartizione risicata delle nicchie di business. Questo vale per le aziende ma anche per il segmento del retail.

Le chiavi di volta per restare competitivi anche domani? Sono flessibilità, ricambio generazionale e managerializzazione. Attitudini fortemente interdipendenti agli aspetti cruciali per il posizionamento quali formazione, digitalizzazione, sostenibilità e una go to market strategy.

Le sfide per il retail sono numerose e passano dall’omnicanalità, dalla capacità di monetizzare i dati e dal ruolo strategico del punto vendita che deve essere rivoluzionato in ottica di efficienza per migliorare l’esperienza di acquisto. Stando ai dati di Accenture, l’84% degli utenti si sente smarrito nel punto vendita se non ha il supporto digitale a guidarlo. Bisogna lavorare su aspetti esperienziali che anticipano e permettono la vendita quali velocità e semplicità dell’esperienza (92%), sostenibilità (76%), ispirazione e nuova risposta ai bisogni (75%), miglioramenti tecnologici (66%) e contatto umano (64%).

Il nodo ancora da sciogliere, soprattutto guardando al tessuto delle pmi italiane prevalentemente a trazione familiare, rimane invece quello del passaggio generazionale. Le performance delle imprese familiari, se vengono ben gestite, sono migliori rispetto a quelle delle altre  come ha confermato durante il convegno Benedetta Brioschi, responsabile scenario food & retail & sustainability di The European House Ambrosetti.

Gli aspetti più critici, in questo senso, sono però legati al passaggio generazionale, alle difficoltà di interlocuzione tra proprietà e gestori ma anche alle dinamiche familiari che spesso incidono sull’esito di quelle aziendali. A pesare è anche il mancato rispetto dei ruoli operativi e non solo. L’aspetto più delicato è e rimane quello del passaggio generazionale che, se forzato o anticipato, può essere responsabile di diverse, anche gravi criticità.

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